I giudici della Corte di Cassazione ieri si sono pronunciato e hanno accolto la richiesta presentata dalla difesa di Georgeta Vaceanu e Fabrizio Faiola, ritenuti i presunti responsabili dell'omicidio del sarto - imprenditore Umberto Esposito sequestrato e poi trovato morto nelle campagne di Terracina nel marzo del 2017.
L'eccezione in merito all'esistenza dell'aggravante è stata accolta e così i giudici della Suprema Corte hanno annullato disponendo il rinvio ad un'altra sezione della Corte d'Assise d'Appello che si dovrà pronunciare. Sarà fissata quindi una nuova data per il processo. E' la seconda volta che l'iter giudiziario si indirizza in questa direzione. Anche un anno fa il ricorso degli imputati assistiti dagli avvocati Maurizio Forte e Benedetta Orticelli era stato accolto. I magistrati hanno disposto in questo modo un nuovo atto processuale. Esclusa l'aggravante dell'omicidio quando i due presunti responsabili Georgeta Vaceanu e Fabrizio Faiola, entrambi residenti a Fondi, hanno ucciso Esposito per coprire altri reati.
La coppia era stata condannata alla pena di 30 e 19 anni di reclusione. Nel corso del processo era stata esclusa dai magistrati l'aggravante della premeditazione e poi un altro elemento relativo all'utilizzo di sostanze venefiche per far cadere l'uomo in un tranello scattato - secondo quanto ricostruito dal pm Cristina Pigozzo, titolare dell'inchiesta all'epoca dei fatti - nel parcheggio del centro Latina Fiori dove la vittima era andata ad un appuntamento con i due imputati. Umberto Esposito, originario di Napoli e che frequentava spesso Latina dove aveva diversi interessi professionali, secondo l'accusa era stato prelevato e portato poi in un luogo che non è stato mai individuato. Erano stati i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina nel corso di una elaborata indagine a risalire ai presunti responsabili del rapimento dell' uomo e gli accertamenti sui movimenti bancari dell'anziano, avevano permesso di accertare le condotte della Vaceanu e di Faiola che in una circostanza avevano cercato di incassare due assegni per un importo di 50mila euro.
Dopo il sequestro, Esposito è finito in un luogo che per gli imputati era sicuro e in un secondo momento il suo corpo era stato ritrovato in campagna da una donna che stava raccogliendo asparagi. Ieri a Roma un nuovo atto giudiziario. Si riparte in Appello.