Un disastro annunciato. Sono state queste le parole più utilizzate per commentare l'incendio nei capannoni dell'ex Freddindustria, una situazione di degrado che da oltre un decennio è stata segnalata da cittadini, associazioni e consiglieri d'opposizione senza che l'amministrazione sia riuscita a trovare una soluzione. Il rogo non ha dunque sorpreso i residenti, che da tempo denunciano la "bomba ecologica" in pieno centro, né i consiglieri di minoranza che tempo addietro segnalarono al Comune di Aprilia la situazione di rischio. Per questo sulla vicenda è intervenuto l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio nazionale amianto (Ona), che nel suo intervento non ha risparmiato critiche all'amministrazione comunale. «E' vergognoso - commenta l'avvocato Bonanni - il ritardo nella messa sicurezza dell'area contaminata, nonostante le continue segnalazioni del consigliere comunale Vincenzo La Pegna e dell'Ona, compreso un esposto alla Procura della Repubblica di Latina che ha ritenuto di non disporre la bonifica ora purtroppo è tardi, le fibre killer si stanno diffondendo nella città, creando un vero disastro ambientale.
Non è bastata la segnalazione di Vincenzo La Pegna, già assessore e attualmente consigliere comunale di Aprilia, e del luogotenente della Guardia di Finanza Vincenzo Chiocca, quali componenti dell'Ona, inoltrata il 9 ottobre 2020, alla Procura di Latina, perché nulla si è mosso e ora le coperture in cemento amianto si stanno sbriciolando nell'incendio». Il sindaco Terra poco dopo ha smentito le affermazioni dell'avvocato Bonanni rispetto alla presenza di amianto sui capannoni andati in fiamme, ma non è stata questa l'unica critica alla giunta. Il capogruppo di Fratelli d'Italia, Vincenzo La Pegna, chiede infatti di «monitorare i livelli di diossina», mentre l'ex consigliera Carmen Porcelli a nome della Città degli Alberi e di Rosalba Rizzuto di Aprilia Libera, evidenziano i ritardi dell'amministrazione nella pulizia dei depositi abbandonati di rifiuti. «Quella a cui abbiamo assistito altro non è che la cronaca di un incendio annunciato. Abbiamo sempre messo in guardia, fin dal 6 novembre del 2020 quando, dopo lo sgombero degli occupanti dalla Freddindustria, alcuni strombazzavano la propria vittoria, cercando di spacciare una operazione di polizia per una bonifica, che bonifica non era. Eppure - spiegano Porcelli e Rizzuto - il pensiero che quel deposito incontrollato di rifiuti potesse andare a fuoco, e non per autocombustione, doveva essere una delle principali preoccupazioni a tutti i livelli, ma prima di tutto di chi amministra Aprilia. I cittadini, hanno segnalato più volte al Comune di Aprilia e all'Asl cosa avveniva nel sito dismesso dove hanno continuato a trovare rifugio persone e dove, incessantemente, sono stati trasportati rifiuti. E' questo il controllo del territorio? E dove sono finite le promesse di impegno, dopo il caso Loas, per la pulizia di depositi abbandonati di rifiuti».