Il suo cuore ha battuto per due giorni, poi si è improvvisamente fermato. Era il dono tanto atteso per una coppia di genitori di origini indiane che 48 ore dopo sono sprofondati in un incubo.
Quel neonato era venuto al mondo a fine dicembre ma il suo cuore nonostante i tentativi del comparto medico, non ha avuto la forza necessaria. E così due giorni dopo essere venuto al mondo, il neonato è deceduto.
E' su cosa sia successo, se ci siano state delle complicanze al momento della nascita, se ci siano stati dei problemi che non sono stati diagnosticati prima del parto, se sia stata una mera fatalità, che si deve fare luce. Per questo motivo l'autorità giudiziaria, a poche ore dall'inatteso decesso, ha aperto un fascicolo.

Non ci sono indagati: non si indagano i medici e gli infermieri del presidio apriliano, non si indagano i genitori. Ma l'ipotesi di un omicidio per colpa o anche preterintenzionale, permette all'autorità inquirente di poter disporre, come infatti è avvenuto, un esame autoptico da parte del medico legale.

Esami e analisi che potrebbero contribuire a chiarire cosa sia successo, cosa sia andato storto ed, eventualmente, a chi contestare delle eventuali responsabilità che siano di colpa o di omissioni.
Colpe e responsabilità mediche a parte, tra le cinque cause maggiori di morte post parto in Italia, figurano l'asfissia preceduta da polmonite, diarrea, infezioni neonatali e le tante complicanze di nascite premature come il basso e insufficiente peso.
Un decesso su duemila di nenonati è apparentemente inspiegabile, e si parla di morte in culla o morte improvvisa del lattante. Avviene spesso mentre il piccolo dorme, per questo si chiama morte in culla, e non è collegata a sintomi e patologie evidenti colpendo per lo più neonati apparentemente sani. Per questo è fondamentale che vengano effettuate le analisi e le verifiche da parte di un medico legale come è stato disposto dalla Procura di Latina.