I Carabinieri della Compagnia di Latina sono al lavoro per fare chiarezza sul ferimento del quindicenne finito in ospedale sabato sera per la coltellata ricevuta in circostanze ancora poco chiare al culmine di un'aggressione subita all'interno del parco Falcone e Borsellino. Gli investigatori dell'Arma stanno indagando per identificare gli aggressori, ma anche per ricostruire nei minimi particolari l'accaduto, perché la versione dei fatti offerta dalla vittima e dai suoi amici non è proprio convincente. O meglio, il racconto dei presenti potrebbe essere reale, ma incompleto, tanto fa offrire uno scenario parziale di quanto è successo, quindi incomprensibile.

L'indagine ruota attorno ai dati oggettivi raccolti l'altra sera dai Carabinieri della Sezione Radiomobile. Ovvero che il quindicenne, residente nella periferia di Latina, era in compagnia di tre amici suoi coetanei, tra i quali una ragazza, quando è stato aggredito: la comitiva si trovava nella zona dei giardinetti all'angolo tra via Nazario Sauro e viale XXI Aprile quando l'adolescente è stato ferito a un gluteo con una lama. O almeno in quel luogo è stato soccorso da un'ambulanza che lo ha trasportato presso il pronto soccorso del vicino ospedale "Goretti" per le cure del caso, in condizioni non gravi.

Vittima e testimoni hanno riferito pochi dettagli ai militari dell'Arma. Si sono limitati a dire che il quindicenne era stato avvicinato da tre ragazzi a loro sconosciuti, gli hanno chiesto una sigaretta. Stando alla loro versione dei fatti, la situazione sarebbe degenerata quando il minorenne ha negato la sigaretta: a quel punto i tre lo avrebbero trascinato dietro l'ex cabina per aggredirlo. Nel parapiglia il giovane a sentito che uno degli sconosciuti lo feriva con una lama, poi i tre si sono allontanati in fretta.
Il racconto non è del tutto improbabile, ma è condivisibile il sospetto che il malcapitato e i suoi amici abbiano avuto paura di riferire l'identità degli aggressori. O meglio i detective non escludono che in realtà i due gruppi si conoscessero e magari ci fosse un conto in sospeso tra loro, come pure che gli aggressori siano bulli e per questo possano godere dell'omertà degli altri adolescenti. Ipotesi queste alimentate dal fatto che l'aggressione si è consumata in un punto isolato e poco illuminato del parco Falcone e Borsellino, idoneo più per un incontro appartato piuttosto che per trascorrere un sabato sera tra ragazzi.