Sono stati condannati a un anno e sei mesi con la sospensione condizionale della pena i due medici di turno quel giorno all'ospedale Goretti per la morte di una neonata di nove mesi di Cisterna. Nella sentenza del giudice monocratico del tribunale di Latina, la dottoressa Clara Trapuzzano, viene riconosciuta la responsabilità dei medici Alberto Scaini e Silvia Venturiello, difesi dagli avvocati Luigi Di Mambro e Fabrizio Federici. Assolta perché il fatto non sussiste, la pediatra di base Mara Valente che seguiva la neonata, difesa dall'avvocato Luca Melegari. Un lungo percorso giudiziario iniziato a seguito di quel tragico 6 marzo 2014 quando la piccola è deceduta all'ospedale Gemelli di Roma poche ore dopo il suo ricovero presso il nosocomio di Latina. L'infante era stata inizialmente portata al pronto soccorso del Goretti dai genitori a seguito di febbre e conati di vomito. Da lì era stata poi trasferita presso la struttura della Capitale dove poi era venuta a mancare.

Nelle giornate successive la Procura di Roma aveva aperto un fascicolo, archiviando la posizione dei medici del Gemelli e trasferendo tutti gli atti per competenza alla Procura di Latina per gli altri tre indagati. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio per i medici pontini presentata dal sostituto procuratore, dottoressa Luigia Spinelli e accolta dal giudice. Alla pediatra l'accusa contestava il non tempestivo trasferimento della neonata in ospedale mentre ai due medici il non corretto iter diagnostico oltre ad un ritardo nel trasferimento della paziente in una struttura più attrezzato come il nosocomio romano. Nelle innumerevoli udienze svolte in questi anni ci sono state numerose consulenze, sia del tribunale che di parte e ben tre periti. Gran parte del confronto in aula è stato proprio sulle diverse tesi dei periti sulle cause che hanno portato alla morte della neonata. Nelle scorse ore è arrivata la decisione del giudice, attesa da tempo dai genitori della piccola scomparsa, difesi dall'avvocato Greco del foro di Roma. La richiesta dell'accusa era la condanna per tutti e tre gli imputati, accolta dal giudice solo in parte con la condanna dei due medici dell'ospedale e l'assoluzione della pediatra.