Una serie di fattori che hanno determinato il successo del colpo messo a segno dalla banda di specialisti per svuotare il compro oro di via Pontinia, portano gli investigatori dei Carabinieri a pensare che i ladri fossero molto informati sulle circostanze che effettivamente hanno consentito agli scassinatori di entrare nel negozio creando un varco alternativo. Come sempre in questi casi, le indagini sono arrivate a un bivio: da un lato l'ipotesi che i ladri si siano imbattuti nell'obiettivo perfetto studiando autonomamente il territorio, dall'altro lato l'eventualità che i banditi potessero contare su un basista, ossia qualcuno che era a conoscenza delle circostanze favorevoli per la buona riuscita del furto, che ha fruttato un bottino di gioielli per un valore di 50.000 euro circa.

Il contesto nel quale si è consumato il colpo è piuttosto singolare, perché come spesso capita in questi casi la precisione dei ladri è stata pressoché chirurgica. Oltretutto i soliti ignoti hanno potuto godere di una situazione a loro totalmente favorevole, visto che hanno avuto accesso a un box auto nel parcheggio interrato del maxi condominio di via Pontinia, situato proprio sotto all'esercizio commerciale che ospita il compro oro, per il tempo necessario a studiare il piano e materialmente bucare il solaio del piano terra nel punto giusto. Utilizzando un sollevatore idraulico, i ladri hanno creato il varco nel pavimento del negozio, proprio nel punto esatto da dove potevano svuotare gli espositori dei gioielli, evitando i sensori dell'allarme. Operazione portata a termine all'ora di pranzo durante la chiusura, cosicché i rumori dello scasso non destassero sospetti, come invece sarebbe facilmente successo di notte.

È legittimo ipotizzare che qualcuno fosse a conoscenza di quelle circostanze e abbia informato i ladri. Insomma, le indagini sono volte a individuare uno o più basisti, persone che magari non sono coinvolte direttamente nella commissione dei furti, ma si muovono per compiere sopralluoghi, di fatto esponendosi alle telecamere degli impianti di video sorveglianza. Dopo tutto è necessario conoscere la dislocazione del negozio per sbucare nel punto giusto, quindi gli investigatori sono al lavoro per analizzare i filmati alla ricerca di spunti utili.
Tra i precedenti che alimentano questo genere di sospetti c'è il furto di due anni fa nel compro oro di via Isonzo, a poca distanza da quello svaligiato martedì. Non solo le due strade sono parallele, ma anche nel caso dei primi di marzo 2020 i ladri approfittarono di circostanze a loro molto favorevoli: utilizzarono un appartamento disabitato del primo piano per bucare il pavimento e creare un varco per calarsi nel negozio sottostante, proprio nell'unico punto dove potevano raggiungere facilmente gli espositori dei gioielli evitando i sensori degli allarmi. Coincidenze piuttosto singolari, tenendo conto della contiguità territoriale.