Ancora un'ennesima storia di violenza tra le mura domestiche dai risvolti tanto drammatici quanto attuali e che arriva da Latina. Un giovane di 30 anni si era reso responsabile di aggressioni verbali e fisiche nei confronti della madre. Voleva i soldi per la droga.
La pena emessa nei giorni scorsi è di tre anni e otto mesi di reclusione. Il ragazzo è stato condannato dal gup Giuseppe Molfese per rapina ed estorsione ai genitori. I fatti sono avvenuti quasi un anno fa, quando il presunto responsabile era stato destinatario anche di una misura restrittiva richiesta dal pubblico ministero Andrea D'Angeli e firmata dal giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota che aveva accolto la richiesta del magistrato inquirente. Erano stati gli agenti della Questura di Latina ad intervenire e a fermare il 29enne e a mettere la parola fine all'inferno vissuto dalla madre.
L'imputato era già conosciuto negli archivi delle forze dell'ordine per alcuni precedenti penali e per reati contro il patrimonio. Nei giorni scorsi si è concluso il processo e l'imputato è stato processato con il rito abbreviato, un giudizio previsto dal codice che prevede la riduzione di un terzo della pena. Alla fine il giudice dopo la camera di consiglio, ha accolto la richiesta della pubblica accusa condannando il ragazzo. La donna aveva trovato il coraggio e la forza di denunciare i fatti all'autorità giudiziaria chiedendo alla Procura l'esercizio dell'azione penale. Era stata molto combattuta ma poi di fronte all'ennesima prevaricazione non aveva retto più. Nei giorni scorsi è stata messa la parola fine alla vicenda. Scontato che una volta che saranno depositate le motivazioni, la difesa presenterà ricorso davanti ai giudici della Corte d'Appello di Roma. Anche la sentenza emessa alcuni giorni fa testimonia come ogni giorno ci siano diversi processi per reati cosidetti di natura domestica.