I vigili del fuoco chiedono la bonifica del sito dell'ex Freddindustria dopo l'incendio del 1 febbraio che ha distrutto quattro capannoni. E' questo che è emerge dalla nota del comando provinciale di Latina del 2 febbraio dopo il sopralluogo successivo al rogo, una relazione nella quale i dirigenti del 115 sottolineano la necessità di adottare: «provvedimenti di relativa competenza a tutela dell'incolumità delle persone e per la salvaguardia dei beni». Una posizione che fa capire come la decisione del sindaco Antonio Terra, che una settimana fa ha emesso un'ordinanza nei confronti della proprietà (la società Aprilia 2012), parta da un input ben preciso. Nel sopralluogo di inizio febbraio è stato preso atto che nei quattro capannoni sono andati completamente bruciati i pannelli Isopan (con materiale interno in poliuretano) che delimitavano alcune pareti laterali e la copertura, inoltre è stato registrato il crollo parziale della copertura. Perciò per il comando provinciale le strutture andate a fuoco sono da ritenersi: «non agibili ed è necessaria un'operazione di messa in sicurezza di questi capannoni».
Ma allargando il discorso all'intero complesso industriale dismesso è emersa la necessità di procedere a una messa in sicurezza di tutta l'ex Dogana. «Si ravvisa - scrivono - la necessità della bonifica dell'intero sito, onde prevenire analoghe condizioni di pericolo». Per questo la nota è stata inviata al Ministero dell'Interno, alla direzione regionale dei vigili del fuoco, al Comune di Aprilia, ai carabinieri del reparto territoriale e per conoscenza alla Prefettura per l'adozione dei provvedimenti a tutela delle persone e dei beni. E le indicazioni del comandante provinciale dei vigili del fuoco sembrerebbero essere state recepite sia dal Comune, che il 9 febbraio ha emesso una nuova ordinanza (la terza dal 2020) per chiedere la rimozione dei rifiuti, sia dalla proprietà che il giorno successivo ha avviato i lavori di pulizia nell'area. Tutto ciò nella speranza che stavolta l'intervento non rimanga incompleto, come invece accaduto dopo gli atti emanati nel 2020. Anche perché il rogo di due settimane fa, fortunatamente circoscritto e domato dopo alcune ore, ha fatto capire a tutta la cittadinanza i rischi che si corrono con una "bomba ecologica" nel centro urbano di Aprilia.