Risalendo a ritroso il flusso di droga che alimenta il mercato pontino degli stupefacenti, venerdì sera gli investigatori dei Carabinieri hanno individuato una piazza di spaccio piuttosto proficua e ben organizzata, messa in piedi nel quartiere popolare Nicolosi da due pusher latinensi: erano riusciti in fretta a soppiantare l'organizzazione di nordafricani sgominata da una recente inchiesta, anche assoldando giovani spacciatori stranieri che li aiutavano nella vendita al dettaglio degli stupefacenti. Un'attività illecita gestita anche utilizzando walkie talkie, che ruotava attorno a una vera e propria centrale dello spaccio, un vecchio alloggio popolare dove veniva preparato anche il crack, una delle sostanze sequestrate dai militari dell'Arma oltre a cocaina e hascisc al culmine di un'operazione lampo che ha fatto scattare le manette per cinque persone, processate ieri con rito direttissimo. Dopo la convalida, il giudice monocratico ha disposto gli arresti domiciliari per Massimiliano Tartaglia e Antonio Aleandro, di 40 e 30 anni, mentre un terzo italiano e due giovani egiziani sono tornati in libertà con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in attesa di giudizio: assistiti dagli avvocati Gianmarco Conca, Giamila Dezio, Veronica Terelle, Virginia Ricci e Daniele Prete, dovranno rispondere di spaccio in concorso.

Gli arresti sono stati eseguiti nel corso di una serie di appostamenti effettuati dai carabinieri nelle zone "calde" della città, nell'ambito dei servizi di controllo e prevenzione potenziati su impulso del comandante provinciale, il colonnello Lorenzo D'Aloia. L'attività è stata effettuata in maniera sinergica dal Nucleo Investigatori del Reparto Operativo provinciale e dalla Sezione Operativa della Compagnia di Latina. In questo contesto di controlli mirati, i detective dell'Arma avevano individuato una piazza di spaccio all'angolo tra via Corridoni e via Marchiafava, proprio nel cuore del quartiere Nicolosi. Sgominata la rete di pusher controllata dai nordafricani, qualcuno si era affrettato per colmare il vuoto lasciato.

L'operazione è scattata quando i Carabinieri hanno notato Massimiliano Tartaglia, volto noto alle forze di polizia proprio per fatti di droga, che saliva in auto in compagnia di un ragazzo, poi arrestato anche lui. Gli investigatori li hanno bloccati, scoprendo che il primo aveva con sé una radiolina: proprio in quel momento, la voce di un uomo gli comunicava che poteva salire perché la dose era pronta. È scattata così la perquisizione nella casa, un appartamento in uso a Tartaglia, dove però i Carabinieri hanno trovato Antonio Aleandro, volto noto anche lui, che oltre a una radio simile alla prima, custodiva anche una decina di grammi di crack, cocaina e hascisc.

In strada c'erano anche due egiziani, che hanno cercato di scappare quando hanno assistito al blitz dei Carabinieri, ma sono stati bloccati al termine di un breve inseguimento a piedi. Anche loro conservavano nelle tasche diverse dosi di stupefacenti, ma soprattutto uno possedeva un walkie talkie collegato con i primi due. Insomma, l'arresto è scattato per tutti e cinque le persone fermate, col sospetto che gestissero la piazza di spaccio in concorso tra loro: nell'alloggio popolare presidiato da uno dei sodali venivano stoccati gli stupefacenti e preparato il crack che i tossicodipendenti inalano, prodotto "cucinando" la cocaina per separarla dal taglio, mentre uno dei pusher incontrava i clienti in auto e gli altri vendevano le dosi direttamente in strada.