Quella del Nicolosi continua a essere una piazza di spaccio ambita, difesa anche con azioni di forza e scontri feroci tra i gruppi criminali che, negli ultimi anni, si sono contesi il dedalo di strade e cortili tra le palazzine popolari di fondazione. L'ultima operazione antidroga che ha portato all'arresto di cinque pusher venerdì ne è solo l'ennesima prova, ma è sintomatica di quello che è accaduto negli ultimi mesi, dopo gli arresti di 16 pusher nordafricani nell'ambito dell'inchiesta che ha conosciuto l'apice a metà dicembre: in questo frangente i Carabinieri sono stati attenti a monitorare l'evoluzione dei traffici di stupefacenti e intervenire fermando sul nascere gli affari degli ultimi padroni del rione Nicolosi.
Il metodo è lo stesso sperimentato in passato dagli altri sodalizi che si sono contesi il controllo della più grande piazza di spaccio a cielo aperto della città. I traffici ruotano attorno a una persona che si trasferisce a vivere nel cuore del quartiere, ma vengono gestiti facendo ricorso anche e soprattutto alla manovalanza straniera che presidia le strade per la vendita al dettaglio delle dosi. Un metodo introdotto da Valentina Travali, che aveva saputo posizionarsi al vertice dei gruppi di nordafricani, controllando i pusher attraverso i due compagni che ha avuto nel corso degli anni, entrambi coinvolti direttamente nei traffici: dopo gli arresti dei fratelli, otto anni fa, si era ritrovata a subire il controllo da parte dei figli di Armando Lallà Di Silvio che all'epoca ambivano a estendere i loro affari.
Una volta sgominato quel sistema, la piazza di spaccio era rimasta nelle mani dei nordafricani, autonomi fino a un certo punto visto che l'inchiesta della Polizia sfociata negli arresti di due mesi fa ha fatto emergere nomi noti, alcuni dei quali riconducibili alla vecchia organizzazione. In ogni caso gli ultimi arresti hanno creato un vuoto che è stato colmato nel giro di poco tempo: l'operazione lampo di venerdì, potrebbe consentire anche di riscrivere l'ultima escalation di liti animate in strada tra nordafricani e aggressioni, registrate con ritmo sempre più incalzante a partire proprio dagli arresti di dicembre.