Attendono da anni una giustizia che sembra non arrivare. Nemmeno una udienza da quel 17 ottobre del 2018 quando Stefano Bernardoni perse la vita in una tragica battuta di caccia nelle campagne di Cisterna, e adesso una delle due ipotesi di accusa, quella peraltro che prevede la pena più dura, rischia, o meglio, sicuramente decadrà per prescrizione prima di una qualsivoglia sentenza. Tra il covid, il blocco delle udienze, ma anche qualche rinvio che la famiglia fatica a comprendere, la prima udienza a carico dell'unico indagato per il decesso di Roberto, si terrà a dicembre prossimo. Un rinvio di un anno arrivato a fine 2022 che ha spinto la famiglia a scrivere al ministro della Giustizia Carlo Nordio un appello: «Ministro buonasera, mi rivolgo a lei per chiederle aiuto, mio zio è rimasto ucciso in un incidente di caccia a Cisterna il 17 ottobre del 2018. Ad oggi ancora dobbiamo fare la prima udienza con l'ascolto dei testimoni che è stata fissata a dicembre 2023. C'è il serio pericolo della prescrizione per il porto abusivo di arma, visto che chi ha cagionato la morte di mio zio aveva la licenza scaduta da tempo, oppure non gliela rinnovavano più, ma questo io non lo so. Da settembre che il nostro legale avvocato Sandro D'Aloisi del foro di Roma ha inviato due richieste di anticipazione dell'udienza, richiesto un appuntamento con il giudice, ma non abbiamo nessun riscontro. Mia zia di è recata ogni 10 giorni in tribunale a Latina e anche oggi gli hanno risposto che il giudice non ha preso nessun provvedimento in merito».