Una settimana senza poter consumare l'acqua del rubinetto. E' quanto è stato costretto a ordinare il sindaco di Cori.

L'altra sera infatti, è stata firmata l'ordinanza che ordina il divieto di utilizzo dell'acqua erogata dal gestore pubblico destinata a consumo alimentare umano, in tutto il territorio del Comune di Cori ad eccezione di Giulianello, ma anche il divieto di utilizzo per le operazioni di re-idratazione ricostituzione degli alimenti, per la preparazione di alimenti e bevande, e di tutte le preparazioni in cui l'acqua è un ingrediente, o entri in contatto con l'alimento per tempi prolungati o sia impegnata nella cottura.
Si vieta anche l'utilizzo dell'acqua per le pratiche di igiene personale che comportino ingestione anche limitata di acqua, come il lavaggio dei denti e del cavo orale.

La stessa ordinanza impone al gestore di provvedere a forme di approvvigionamento alternative con autobotti in alcune zone del territorio: piazza Signina, piazza del Tempio d'Ercole, piazza della Croce, piazza Marchetti, via Madonna delle Grazie.
Tutto questo è necessario in quanto Acqualatina ha annunciato la necessità di intervenire, per almeno una settimana, ad una attività di manutenzione ordinaria presso l'impianto di dearsenificazione che serve l'acquedotto ex Sembrivio. Lo stop naturalmente non permetterà di rispettare i valori di arsenico consentito fissati per dichiarare la potabilità dell'acqua.

L'ordinanza non decadrà immediatamente al termine dell'intervento, ma «non appena saranno riscontrati valori conformi alla vigente normativa a seguito delle debite verifiche degli organi competenti».
Il Lazio, e il territorio dei Castelli e dei monti che si trovano scendendo verso sud, sono geologicamente soggetti alla presenza, in quantità superiore ad altri territori, di arsenico. Per questo negli ultimi decenni, a fronte di una normativa che punta a restringere il valore permesso e concesso ridotto ad un quinto rispetto alla fine del secolo scorso, il Lazio ha chiesto e ottenuto continue deroghe, a fronte di ciò, però, si è reso necessario realizzare impianti di dearsenizzazione che mantengano contenuti tali livelli.