Una richiesta di intervento urgente in piena notte per le urla che arrivavano da una abitazione ha portato sia gli agenti della Polizia del Commissariato, sia i militari dell'Arma del Comando Stazione, a dover intervenire per quella che sembrava essere una lite tra coniugi o conviventi, degenerata.

Quando gli agenti diretti dal dottor De Sanctis sono giunti sul posto forse nemmeno si aspettavano di trovarsi di fronte ad una situazione così grave. Insieme alle forze dell'ordine infatti, sul posto si erano portati anche gli uomini del 118 per trasferire d'urgenza sia la donna che l'uomo al pronto soccorso dell'ospedale Goretti di Latina con ferite piuttosto gravi.

Sì perché la coppia che aveva iniziato a litigare per motivi che al momento non è dato conoscere, dalle parole sarebbe passata subito alle mani, ma non solo. L'uomo ad un certo punto avrebbe impugnato un martello e con quello avrebbe colpito la donna.
Non è chiaro se questo gesto sia stato una reazione ad una ferita inferta dalla donna con un coltello, o se sia avvenuto prima. Fatto sta che entrambi, una raggiunta dal martello, l'altro dalla lama di un coltello, sono stati trasferiti e medicati in ospedale. Le loro condizioni sembra non siano gravi, tanto che nella giornata di ieri si stavano valutando le dimissioni dell'uomo, mentre per la donna potrebbe essere stato disposto un periodo di qualche ora di osservazione.
Nel frattempo però si deve capire cosa possa aver innescato gli animi fino a far deflagrare la situazione a quei livelli.

Al momento non è nemmeno chiaro se si procederà con le indagini visto che per agire, oggi, in caso di lesioni non gravi o aggravate, serve la denuncia di una delle due parti essendo le prognosi probabilmente non superiori ai nuovi limiti fissati dalla riforma Cartabia per la procedibilità d'ufficio.

Secondo le nuove norme infatti, oggi la Procura e le forze dell'ordine non possono procedere d'ufficio se non con un prognosi che superi i 40 giorni. Anche in caso di lesioni dolose, volontarie. Nè potrebbe scattare qualsivoglia misura cautelare prevista dal "codice rosso" a tutela del coniuge eventualmente maltrattato. Quindi spetterà ai due conviventi decidere nelle prossime ore il da farsi. A meno che non subentri l'ipotesi dell'aggravamento del reato, in genere dall'uso di armi, anche improprie.