L'appuntamento è slittato a giugno. Il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale Giorgia Castriota ha fissato due date che faranno da spartiacque nell'inchiesta sul fallimento della Latina Ambiente Spa, la società che dal 1995 al 2016 ha gestito il servizio di igiene ambientale a Latina.

Il 6 e il 7 giugno si torna in aula e si conosceranno tutti gli imputati che vorranno essere giudicati con riti alternativi oppure che chiederanno di essere ascoltati dal gup. Sul banco degli imputati ex presidenti e consiglieri del Cda della società fallita nel 2016. Chiede di essere interrogato l'ex presidente degli Avvocati Giacomo Mignano, per chiarire la sua posizione al magistrato. Non è escluso anche che Marcello Bernola, possa chiedere al giudice per l'udienza preliminare il rito abbreviato, un giudizio previsto dal codice che prevede la riduzione di un terzo della pena. Gli imputati sono stati amministratori della società e si sono alternati al vertice dell'azienda, tra cui anche alcuni professionisti incaricati della revisione dei bilanci societari, sindaci revisori dei conti.
In base a quanto ipotizzato i 24 imputati hanno concorso a vario titolo a provocare il dissesto della spa in liquidazione, «omettendo il controllo di legalità contabile e di bilancio di rispettiva competenza, per il periodo compreso tra il 2007 e il 2010. «In particolare - aveva sostenuto la Procura in un capo di imputazione per alcuni imputati - occultando perdite nel corso della gestione 2007-2013, perdite stimate in non meno di 18 milioni e mezzo di euro circa, mediante l'imputazione di ricavi e proventi Tia extra rispetto ai montanti Pef dello stesso periodo, con conseguente erosione del capitale sociale».

Ieri mattina l'udienza è slittata. Il Comune di Latina si costituisce parte civile insieme alla curatela della spa dei rifiuti. Fino al 2016 la Latina Ambiente aveva gestito il servizio dei rifiuti nel capoluogo ed era partecipata a maggioranza dal Comune. Tra i capi di imputazione sulla bancarotta quello del dividendo degli utili riferito al 2011, circa due milioni di euro destinati ai due soci, ossia il Comune di Latina e Unendo. Tra poco più di tre mesi si torna in aula.

In un primo momento in 34 erano finiti sul registro degli indagati, a seguire al termine delle indagini, alcune posizioni sono state archiviate.
Il Comune di Latina si costituisce parte civile come riportato nella delibera perchè: «i reati contestati in varia misura, dalla bancarotta fraudolenta con le contestate aggravanti, alle false comunicazioni sociali, incidono in maniera pregiudizievole sulle posizioni giuridiche dell'Ente». In aula la partita è aperta.