Non è una novità neppure per le inchieste antidroga, ma l'operazione che ha permesso ai Carabinieri di smantellare gli affari della famiglia De Rosa nello spaccio di cocaina, ha rivelato una volta per tutte come il mercato sia ormai adeguato alla domanda del cliente finale, sempre più improntato all'acquisto di piccole dosi pur di permettersi un vizio che fino a qualche anno fa richiedeva una capacità di spesa elevata. Insomma, la domanda è crescente, ma i prezzi restano alti e gli spacciatori che intendono assicurarsi un'ampia platea di acquirenti devono adeguarsi. In parole povere, è ormai difficile trovare il pusher che offre quantità considerevoli, a vantaggio delle microdosi, i cosiddetti "ventini" da 0,20 grammi come quelli sequestrati ai giovani della famiglia De Rosa.
Questa non è una regola generale del mercato della cocaina, ma è una prassi consolidata tra la maggior parte degli spacciatori che si rivolgono al ceto medio basso, vale a dire gente comune che riesce a coniugare la dipendenza dalla polvere bianca con le ristrettezze di una condizione economica modesta. È il caso proprio della piazza di spaccio che ruotava attorno all'appartamento di via Londra: come documentato dagli investigatori dell'Arma, i De Rosa non puntavano sulla fidelizzazione della clientela, avendo creato un punto di riferimento certo per il cliente in cerca di droga di buona qualità.