L'ultima udienza, pochi giorni fa, è apparsa surreale e ha rivelato la nuova beffa che si cela dietro la mancata costruzione del centro polifunzionale di Latina Scalo. Opera per cui sono stati già erogati dall'ente 374mila euro, soldi che dovevano servire a pagare i materiali, solo che quando c'è stato il sopralluogo non ve ne era traccia. Troppo tardi. Come tardi potrebbe essere adesso: giovedì scorso, durante l'udienza, il ctu nominato dal Tribunale civile, per stabilire se il Consorzio Aeders deve pagare al Comune di Latina l'equivalente della polizza assicurativa sui lavori, si è dimesso nonostante avesse fatto già due sopralluoghi. Dunque si ricomincia tutto davanti al giudice Vendemiale, che si è riservato di nominare un nuovo ctu nella causa che oppone il Consorzio Aeders, e per esso l'avvocato Gaetano Cappellano Seminara incaricato dal settore misure di prevenzione del Tribunale di Roma, al Comune di Latina, difeso dall'avvocato Francesco Cavalcanti, e alla UnipolSai, rappresentata dall'avvocato Giorgia Perazzotti.

La vicenda inizia a gennaio del 2010, quando il Comune commissionò ad Aedars la realizzazione di «un centro polifunzionale adibito a servizi - secondo stralcio». In base alle leggi vigenti Aedars stipula una polizza a copertura con la Milano assicurazioni che la cede a Unipol Sai. E' quella la garanzia dell'adempimento. Ma non servirà. I lavori in realtà vennero affidati dal Consorzio alla Tecnogroup srl che, risulta in atti, aver «abbandonato il cantiere senza avviso alcuno, rendendosi ‘irreperibile anche al telefono'». Così è scritto nel verbale stilato dal direttore dei lavori a febbraio 2012. Un mese prima, a gennaio del 2012, il Consorzio Aedars era stato liquidato dal Comune di Latina per i primi tre stati di avanzamento dei lavori. Dunque adeso lo stesso Consorzio afferma in atti che il cantiere era stato regolarmente aperto e solo sospeso. Il 28 febbraio del 2012, all'esito del sopralluogo e del verbale drastico del direttore dei lavori, il Consorzio Aedars intimò a Tecnogroup di «dar conto dell'ingiustificato abbandono del cantiere», nonché il ripristino dello stesso.

Le anticipazioni erogate dal Comune di Latina fino a quel momento erano pari a 374mila euro per i materiali, che, però, non sono mai stati rinvenuti. Ritiene il Comune che siano stati sottratti. Non c'è alcuna prova che i materiali li avesse presi Tevnogroup come specificato negli atti del contenzioso, esiste la sola constatazione che sono spariti, tanto che il Consorzio a marzo del 2012 presenta una denuncia contro ignoti ai carabinieri di Latina per l'ipotesi di furto, truffa aggravata, appropriazione indebita. A maggio del 2012 il consorzio incarica un'altra società di mettere in sicurezza il cantiere. Passa un altro anno e il Consorzio Aeders viene attinto da interdittiva antimafia, provvedimento impugnato in vari gradi e tuttora oggetto di valutazione.

Ma intanto a novembre del 2014 il Consorzio entra in regime di concordato e tra l e motivazioni c'è l'interdittiva. Il Consorzio sostiene infatti che siccome lavorava solo con pubbliche amministrazioni il provvedimento della Prefettura ha fatto saltate tutte le possibili commesse. Il fallimento arriverà di lì a poco, nel 2015, ciò ha portato alla interruzione del processo riavviato dall'amministratore giudiziario, che insiste sulla illegittima risoluzione del contratto operata dal Comune ad aprile del 2014, chiedendo anche un risarcimento danni di 341mila euro. La stessa somma che l'ente ha pagato a vuoto.