E' stata assolta con formula piena. Doveva rispondere dell'accusa di falso in atto pubblico. In base a quanto ipotizzato non aveva consegnato un telegramma ad una donna con cui la Asl le comunicava l'assunzione in servizio. Le ripercussioni del mancato recapito erano state diverse: l'infermiera infatti non era stata assunta ma aveva comunque chiesto che fosse fatta piena luce sulla vicenda. P.C.., queste le sue iniziali, portalettere in servizio a Poste Italiane, difesa dall'avvocato Guerrino Maestri, è comparsa nei giorni scorsi davanti al giudice Laura Morselli per l'ultimo atto del processo.
Durante il dibattimento sono stati ascoltati diversi testimoni tra cui anche il responsabile dell'ufficio postale dove l'impiegata era in servizio. E poi ha deposto il postino incaricato generalmente di consegnare la corrispondenza nella zona dove risiedeva all'epoca dei fatti l'infermiera: la donna infatti attendeva la risposta da parte dell'azienda sanitaria locale.