Sei anni di reclusione. E' questa la condanna di primo grado che il giudice per l'udienza preliminare Bortone ha comminato a carico di una donna trovata in possesso di poco più di 11 chili di cocaina.
Ieri mattina infatti, Mirella Clementini, 59enne difesa dall'avvocato Fabrizio D'Amico, è comparsa in Tribunale per rispondere dell'accusa di detenzione ai fini di spaccio di una decina di panetti di cocaina per un peso complessivo di 11 chili e 130 grammi di sostanza stupefacente.
La difesa aveva chiesto e ottenuto di evitare il procedimento dibattimentale optando per il rito alternativo abbreviato. E così al termine dell'udienza il pubblico ministero Bontempo ha chiesto una condanna piuttosto dura a 9 anni di carcere. A pesare, molto probabilmente, su tale richiesta, il comportamento dell'imputata che già dalla fase dell'interrogatorio di garanzia non aveva risposto alle domande, ma anche l'ingente quantitativo di droga trovata nella cantina in suo uso.
Gli agenti della Squadra Mobile di Latina infatti, nell'ottobre scorso misero a segno una brillante operazione che permise di sequestrare un ingente quantitativo di droga. Intercettarono la donna, incensurata e impiegata in una mensa del posto, quindi una insospettabile, mentre era in strada. Addosso non aveva nulla, ma si effettuò comunque una perquisizione domiciliare. Anche nell'abitazione della donna non venne trovato nulla. Gli agenti della Questura però, dovevano avere in mano qualche elemento importante. La perquisizione si estese anche ad alcune pertinenze dell'immobile ed è così, che in cantina, venne trovato un trolley piuttosto pesante. All'interno vi erano gli 11 chili di cocaina. Alla donna sarà stato sicuramente chiesto conto della droga ma lei non avrebbe fornito alcuna indicazione. Quindi non si sa esattamente a chi appartenesse davvero quella droga. Di certo non alla donna che potrebbe essere una delle tante donne scelte perché insospettabili, proprietarie di case sicure in cui i sodalizi criminali decidono di nascondere la propria droga pagando gli inquilini perché la rendano disponibile ad ogni evenienza.
Il giudice, tenuto conto dello "sconto" garantito dal rito abbreviato, ha alla fine condannato la donna a 6 anni di reclusione.