«Era benvoluto veramente da tutti, appassionato del suo lavoro a cui era completamente dedito, tanto da essere preoccupato della imminente pensione». È stato don Fabio Gallozzi, parroco di Castelforte, a tracciare il profilo umano di Giovanni Fidaleo, spezzando il silenzio che ha accompagnato il funerale del sessantaseienne di San Giorgio a Liri, ucciso con quattro colpi di pistola martedì pomeriggio mentre si trovava nell'albergo termale "Nuova Suio", che dirigeva. Ferita Miriam Mignano, sottoposta a un delicato intervento dopo l'aggressione armata e tratto in arresto l'appuntato Giuseppe Molinaro. Un episodio ancora da chiarire, che certamente ha segnato molto le comunità coinvolte. Ieri è stato il giorno del dolore nel paese della Valle dei Santi in cui l'uomo - originario di Itri - viveva da più di trent'anni, insieme alla moglie e ai figli.


Un silenzio assordante e una fiumana di persone affrante hanno infatti accolto il feretro in piazza Dante, nei pressi dell'abitazione di Fidaleo. Da lì - in testa i ragazzi della Pro Calcio San Giorgio 2008 e quelli dell'A. C. San Giorgio 1996, che hanno esposto uno striscione recante la scritta "Sempre con noi", per omaggiare il loro mister - il carro funebre ha raggiunto la piccola chiesa di San Rocco, in corso Spatuzzi, perché la chiesa parrocchiale è momentaneamente chiusa per lavori. Accanto alla famiglia, addolorati, i sindaci di San Giorgio Francesco Lavalle, che ha ordinato il lutto cittadino e che ieri ha voluto declamare la prima lettura in chiesa; e il sindaco di Castelforte, Angelo Felice Pompeo. Ma da Castelforte e dalla frazione di Suio hanno partecipato anche moltissime persone. Proprio in questo ultimo paese, sabato sera, si è svolta – in un'altra chiesa che per felice coincidenza è intitolata a San Rocco - una messa in suffragio del direttore d'albergo e di preghiera per tutte le persone coinvolte nel dramma di martedì scorso. A vegliare sull'ordine e sulle esequie – curate dalla ditta di onoranze funebri Circio - la polizia locale e la Protezione civile. Tutto intorno strade e attività chiuse, bandiera del Comune a mezz'asta. «La morte di Giovanni è difficile da accettare – ha detto don Fabio, prendendo la parola al termine della celebrazione eucaristica officiata da don Marcelo Hoca che a sua volta ha rimarcato la misericordia cristiana commentando il Vangelo della Samaritana – ma continueremo ad amarlo e a stare vicini alla famiglia, sapendo bene che possiamo viverlo ancora in Dio e nelle cose che ci ha trasmesso come uomo, marito e padre». Così il giorno dell'ultimo viaggio sulla terra di Giovanni Fidaleo si è trasformato in un abbraccio tra le comunità di Itri, dove il sessantaseienne era nato, San Giorgio a Liri, dove poteva dirsi cittadino, e Castelforte, dove aveva praticamente la seconda cittadinanza. Un lungo applauso è sorto spontaneo all'uscita della bara sul sagrato della chiesa prima che il corte lo scortasse al cimitero comunale per la tumulazione.