Condanna a due anni senza la sospensione della pena e ad un risarcimento di 12mila euro. Aveva accusato ingiustamente - sapendo che fossero innocenti - quattro agenti della Squadra Mobile di Latina che due anni fa lo avevano arrestato nel corso di una operazione. E' questo quello che ha stabilito il Tribunale. La sentenza è stata emessa ieri nei confronti di Alfredo Stefanini, 59 anni, ritenuto il presunto responsabile del reato di calunnia. In sede di interrogatorio di convalida relativo al ritrovamento di droga, davanti al gip Pierpaolo Bortone ha affermato di essere stato costretto dagli investigatori a dichiarare di detenere la cocaina ai fini di spaccio per impedire l'arresto di un familiare. «Una circostanza del tutto falsa nei confronti degli ufficiali di polizia giudiziaria impegnati nella perquisizione - aveva messo in luce il Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza - (in contrasto con l'assenza di interesse a commettere tali reati, avendo l'indagato già dichiarato in precedenza di aver acquistato l'hascisc rinvenuto dalla Polizia per consegnarla ad un familiare, così ammettendo la finalità di vendita». Nel capo di imputazione la Procura aveva messo in rilievo anche un altro punto: relativo ad una minaccia - secondo quanto riferito dall'uomo - indirizzata dai quattro poliziotti ad un familiare. Gli hanno chiesto di aprire la porta di casa dicendogli: «Stai in silenzio altrimenti ti spacchiamo la testa». Una circostanza anche questa non veritiera e infondata per l'assenza di interesse da parte della Polizia. Era stata questa la conclusione a cui erano arrivati gli inquirenti. I quattro poliziotti - rappresentati dall'avvocato Daniele La Salvia - si sono costituiti parte civile nel processo che si è concluso ieri in Tribunale.