E' una storia che rimanda al degrado e allo sfruttamento. Le vittime erano minori stranieri venduti, letteralmente, per fini sessuali. Alla fine è arrivata la condanna degli adulti responsabili di quello sfruttamento che avveniva lungo la Domitiana a Mondragone, un giro nel quale sono coinvolte anche due persone del sud pontino.
Uno di questi è stato arrestato dalla polizia di gaeta. Si tratta di un uomo di 75 anni che è tra coloro che sono stati condannati per abusi su minori commessi nel 2018 e 2019.
L'ordine di esecuzione per la carcerazione è stato firmato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Ufficio Esecuzioni Penali all'esito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione, presentato dall'uomo contro la sentenza che, ormai definitiva, lo ha visto condannato alla reclusione per sei anni, nonché ad una multa di 6mila euro in quanto è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali nei confronti di minori stranieri fino, appunto, ad agosto 2019.
L'anziano fino a due giorni fa era agli arresti domiciliari per problemi di salute e aveva fatto ricorso presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma per evitare il carcere. L'istanza è stata rigettata, di qui l'esecuzione dell'ordine di custodia in carcere.
L'uomo, unitamente a due operai di Formia e Gaeta, ha approfittato di immigrati quindicenni cui erano stati offerti pochi euro e alcune consumazioni al bar. Tutti e tre gli «orchi» sono stati condannati a sei anni di reclusione ciascuno per sfruttamento della prostituzione minorile. Un mercato del sesso lungo una delle strade più trafficate del centro sud denunciato per la prima volta da quotidiano L'Avvenire.
I tre non erano gli unici a comprare i ragazzini, molti altri sono stati filmati e identificati ma non si è riusciti a raccogliere prove sufficienti contro tutti i clienti, malgrado l'utilizzo anche di intercettazioni ambientali nelle auto. Le condanne passate in giudicato restituiscono verità ai fatti avvenuti su quella strada e dignità alle giovanissime vittime dello sfruttamento. Per gli investigatori che hanno lavorato per molti mesi a quella inchiesta si tratta di un buon risultato non solo perché le prove raccolte hanno retto al giudizio, ma soprattutto perché il fenomeno della prostituzione minorile è scomparso, almeno quello per strada ma anche perché si è in qualche modo contribuito a restituire una vita normale alle vittime, alcune delle quali sono ancora minorenni. I ragazzini sfruttati provenivano in alcuni casi da centri di accoglienza e venivano reclutati lungo la strada senza alcuno scrupolo. Una situazione incredibile (ma vera) andata avanti per molti mesi sotto gli occhi di molti, alla luce del sole, ma senza vere denunce in un primo momento. Poi l'inchiesta giornalistica che ha contribuito alle verifiche dalle quali è scaturito il processo e le condanne ora definitive.