Giuseppe Molinaro, l'autore dell'assassinio di Giovanni Fidaleo e del ferimento di Miriam Mignano, aveva intenzione di mettere in atto un mese prima la sua azione omicida, ma nei confronti della trentenne con la quale ha affermato di aver intrapreso una relazione sin dal 2015.

Lo ha riferito ai carabinieri la psicologa di Teano, che aveva in cura Molinaro, il quale confidò alla dottoressa di aver sentito l'impulso di uccidere la donna. Un'affermazione dettata dal fatto che Miriam frequentava un altro uomo, ma che poi lo stesso omicida rinnegò, rassicurando la psicologa che non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Un impulso che, poi, si è tramutato in realtà il sette marzo scorso quando l'uomo si è presentato davanti all'hotel, al cui interno si trovava Giovanni Fidaleo, mentre all'esterno c'era Miriam. A quel punto l'omicida ha voluto chiarire la situazione, in quanto agli investigatori ha raccontato che la vittima e la giovane si erano incontrati più volte e che era in grado di dimostrarlo, in quanto aveva registrato sul telefonino i racconti della donna. E Miriam non voleva nemmeno partecipare a quell'incontro, ma poi è stata convinta dallo stesso Molinaro, che poi, nelle dichiarazioni agli inquirenti, ha voluto parzialmente giustificare la sua azione, affermando di essersi sentito minacciato da Fidaleo. "Giovanni Fidaleo- ha dichiarato Molinaro- quando sono giunto nei pressi della porta d'ingresso dell'Hotel Nuova Suio, prendeva una mazza ferrata collocata nei pressi della porta, pronunciando verso di me frasi aggressive..pensando che volesse aggredirmi con la stessa mazza ho estratto dalla cinta dei pantaloni la mia pistola di ordinanza ed ho esploso dei colpi all'indirizzo di Fidaleo attraverso la vetrata dell'ingresso principale dell'hotel." Un particolare che lascia dei dubbi, poiché il bastone di ferro è stato trovato dai Carabinieri appoggiata dietro la porta d'ingresso dell'albergo.

Nella sua ricostruzione il Molinaro ha rimarcato che i due colpi sparati verso Miriam non avevano l'intento di ucciderla, così come non voleva uccidere Fidaleo. "Mentre Miriam era a terra per il primo colpo subito- ha continuato Molinaro - pensavo se ammazzarla o no. Questo ragionamento è durato cinque-sei minuti. Pensavo di spararle in testa e poi suicidarmi, ma non ho trovato il coraggio di spararle in testa e così il secondo colpo l'ho esploso d'impeto, senza guardare dove indirizzarlo e mi sono accorto di averla colpita all'altezza della coscia o del bacino. Sono rimasto per ulteriori dieci minuti a fissare Miriam e poi alle 15,15 sono ripartito per Teano". Inoltre Molinaro ha confermato la sua volontà di suicidarsi una volta entrato nel parcheggio dello studio della psicologa. "Ho spento la macchina- ha aggiunto- ho ripreso la pistola che ho avvicinato all'altezza del cuore e mentre stavo premendo il grilletto ho visto dallo specchietto retrovisore mia figlia intenta a fissarmi e alla quale avevo consegnato 1500 euro per pagare l'avvocato che mi stava seguendo la causa di separazione. Nel frattempo ho visto uscire dallo studio la psicologa e ho abbassato l'arma che poi ha consegnato alla stessa dottoressa".