Non era capace di intendere e di volere al momento del fatto. E' quello che sostiene la difesa di Franco Zampierollo, 67 anni di Latina. E' ritenuto il presunto responsabile del reato di omicidio preterintenzionale, è accusato di aver ucciso Enrico Tamburrino, 85 anni, ex giudice onorario, un paziente ricoverato anche lui - come l'imputato - nella stessa Rsa dove nel maggio del 2021 sono avvenuti i fatti. Ieri mattina davanti al giudice del Tribunale Mario La Rosa si è svolta l'udienza davanti al pm Marco Giancristofaro, titolare dell'inchiesta e ai difensori dell'imputato, gli avvocati Gianni Lauretti e Pier Giorgio Marinelli che hanno chiesto per il proprio assistito il processo con il rito abbreviato (un giudizio previsto dal codice che prevede la riduzione di un terzo della pena), condizionato ad una perizia.

La difesa ha nominato una consulente tecnica di parte, la psichiatra Annalisa Anastasia che dovrà valutare il quadro clinico dell'imputato. Il collegio difensivo punta su un elemento che potrebbe cambiare il corso del processo: l'imputato non era in grado di intendere e di volere al momento del feroce pestaggio. I fatti contestati erano avvenuti quasi due anni fa a Latina quando Zampierollo - in base a quanto ipotizzato - aveva picchiato la vittima con pugni, provocando gravissime ferite in diverse parti del corpo a partire dalla testa. Si era trattato di un'aggressione molto violenta. Tamburrino era morto dopo diversi giorni di agonia a causa di un quadro clinico drammatico. A quel punto la Procura aveva aperto un'inchiesta, indagando Zampierollo, sottoposto anche ad una misura restrittiva emessa dal giudice per le indagini preliminari Pierpaolo Bortone che aveva accolto le risultanze investigative della Procura, dei Carabinieri del Nas e della Squadra Mobile, delegati di svolgere tutti gli accertamenti.

A quanto pare l'atteggiamento del 67enne era stato aggressivo quando era entrato nella struttura sanitaria. Zampierollo - in base alla ricostruzione degli inquirenti - ha avuto il tempo di uscire dalla camera dove si trovava e andare dove era ricoverato Tamburrino e anche di picchiarlo. E' emerso che l'imputato era un paziente con un disagio di natura psichiatrica e anche quando era entrato nella struttura la sua condotta era stata aggressiva. Agli atti dell'inchiesta sono finite le cartelle cliniche con un obiettivo: verificare se l'autore dell'aggressione fosse stato inquadrato diversamente rispetto agli altri pazienti. In aula ieri il pm ha chiesto che vengano ascoltati anche i propri consulenti tecnici.

In un primo momento era stato fissato il processo in Corte d'Assise con la richiesta di giudizio immediato da parte della Procura, la difesa ha presentato richiesta di un giudizio alternativo condizionato ad una perizia e il processo è stato rinviato al prossimo 13 luglio.