Cantieri fantasma anche in provincia di Latina per un giro di false pratiche edilizie che alimentava una maxi frode con i crediti fiscali utili per accedere agli incentivi pubblici dell'ecobonus, un meccanismo scoperto dagli investigatori della Guardia di Finanza tra il Molise e la Calabria. Si tratta dell'operazione "Castellinaria" che ha fatto scattare le manette per tre persone residenti in provincia di Isernia e una a Cosenza, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Isernia su richiesta della procura sannita, e ha permesso di recuperare una parte dei crediti fiscali sottratti in maniera fraudolenta, sequestrando agli indagati disponibilità per 1.403.231 euro.

L'attività investigativa ha evidenziato che gli indagati, tramite due società apparentemente indipendenti, ma accomunate dalla medesima sede legale presso lo studio di commercialista di Isernia, anche lui sottoposto a misura cautelare in quanto Amministratore di una delle due imprese, avevano ottenuto crediti fiscali tramite il sistema dello sconto in fattura, a fronte di lavori edilizi soggetti a incentivi statali nella forma di credito di imposta, mai svolti o mai completati, in favore di committenti apparentemente ignari. Tra questi anche alcuni condomini della provincia di Latina, oggetto delle pratiche avviate in maniera fittizia.

Nell'ambito dell'operazione che ha portato ai quattro arresti, l'autorità giudiziaria aveva autorizzato anche una serie di perquisizioni e sequestri preventivi a carico delle due società con sede legale a Isernia. Nello specifico i finanzieri hanno individuato e "congelati" nel cassetto fiscale delle realtà aziendali crediti fiscali rispettivamente del valore di euro 765.696,00 ed euro 585.024,70 nonché ulteriori crediti del valore di euro 52.510,30 presenti sul cassetto fiscale di un'altra società, con sede in Velletri, apparentemente estranea ai fatti, che in ogni caso aveva acquistato i crediti da una delle due società finite sotto inchiesta. In ogni caso l'operatività delle due aziende ha prodotto crediti fiscali per circa cinque milioni di euro, somma che, esclusa la quota già sequestrata, sarà oggetto di verifica nel prosieguo delle indagini per accertarne la provenienza lecita. Il sequestro preventivo, naturalmente, è stato esteso anche ai crediti ceduti a terzi soggetti, anche nei casi in cui sono stati acquistati in buona fede.

Tra gli indagati destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare c'è anche un professionista di Campobasso, tecnico asseveratore delle pratiche edilizie di una delle società, che attestava la regolare esecuzione dei lavori, fornendo un apporto decisivo ai fini della consumazione della truffa: il tecnico, in concorso con gli altri indagati, risponderà quindi anche del reato di previsto dal cosiddetto Decreto Rilancio del 2020, appositamente previsto per sanzionare in maniera più severa le ipotesi di falso in asseverazioni emesse al fine di far ottenere gli incentivi pubblici previsti dal medesimo Decreto che istituiva l'ecobonus. Del resto la complicità del professionista ha permesso agli altri indagati di ricorrere ai cantieri fantasma, come quelli della provincia di Latina.