La morte di Gianmarco Pozzi, avvenuta a Ponza ad agosto 2020 ha prodotto un maxi processo per spaccio di droga sull'isola ma non c'è ancora alcuna verità sulla dinamica e il movente del decesso. Nonostante negli atti dell'ordinanza di custodia cautelare a carico di otto persone applicate a maggio 2022 vi siano buone tracce sulla possibilità che la morte sia in qualche modo legata a quel giro di compravendita di stupefacenti.

E' questo il motivo per il quale ieri mattina il papà di Gianmarco e la sorella Martina, accompagnati dal loro legale, l'avvocato Fabrizio Gallo, si sono recati dal pm che segue l'indagine presso la Procura di Cassino. «Volevamo capire a che punto è l'indagine sulla morte di Gianmarco. Sono passati quasi tre anni ormai e la famiglia ha il diritto di sapere cosa è accaduto quella notte, tanto più che molti dettagli sono già emersi nel troncone relativo al traffico di droga, peraltro derivato proprio dalle verifiche sulla morte del ragazzo». Il sostituto procuratore Flavio Ricci al termine del colloquio avrebbe rassicurato i familiari dell'ex pugile circa una possibile svolta all'esito della consegna degli esami del Ris sui mozziconi di sigaretta trovati addosso al giovane e sui quali ci potrebbero essere tracce di Dna utili alle indagini, nel caso in cui non coincidesse con quello del morto. Il pm ha anche detto che è in attesa della sentenza sulla rete dello spaccio, che dovrebbe arrivare nel giro di un mese.

Nel frattempo però sempre il papà e la sorella di Gianmarco Pozzi saranno auditi in Commissione parlamentare antimafia il 30 marzo prossimo su input del senatore della Lega Gianluca Cantalamessa.
L'obiettivo è quello di capire i motivi per i quali anche davanti agli elementi emersi sul giro di droga e di spacciatori senza scrupoli presenti a Ponza non c'è stata una svolta significativa nell'inchiesta sul decesso del giovane. La morte è avvenuta il 9 agosto, una domenica. Gianmarco Pozzi, 25 anni, di Roma, si trovava da tempo sull'isola, dove lavorava come buttafuori per un locale ed era dipendente di una società di dj e animatori. L'ultima notte prima di morire aveva prestato servizio a Frontone. Poche ore dopo era stato trovato morto nel giardino di un'abitazione a Ponza. Secondo la primissima ricostruzione il giovane stava camminando su alcuni terrazzamenti che portano al mare e avrebbe scavalcato un muro quando è scivolato da un'altezza di circa 7 metri. Presentava una ferita alla testa.

I familiari sono sempre stati convinti che alla base della morte ci sia stato un brutale agguato. Il corpo è stato cremato, dunque tutto ciò di cui si è in possesso è l'esito dell'autopsia e ora le analisi attese per i prossimi giorni sui mozziconi di sigaretta conservati in una busta di cellophane. Nella immediatezza dei fatti fu aperto un fascicolo che ipotizzava l'omicidio. Una pista che si potrebbe inquadrare nella guerra per lo spaccio accertata nell'inchiesta aperta in contemporanea con gli accertamenti sulla morte del ragazzo.