Era l' 1 dicembre del 2007 quando una signora di Gaeta, Anna Pisapia, percorrendo a piedi il marciapiede di via Marina, sotto una leggera pioggia, all' altezza dello stabilimento "Selene" finì a terra riportando poi gravi lesioni e fratture. La donna si affidò all'avvocato Enrico Lisetti e citò in giudizio il Comune di Gaeta responsabile di quanto accaduto. In particolare si denunciò il cattivo stato del marciapiede, parzialmente privo della pavimentazione. Iniziò così il procedimento davanti al giudice unico della sezione di Gaeta del Tribunale di Latina. Il 25 ottobre 2009 arrivò la sentenza favorevole al Comune poiché non poteva essere addebitata alcuna responsabilità all' Amministrazione Comunale che tra l'altro non aveva fornito nessuna prova a sua difesa. In pratica se la donna, oggi 87enne, cadde a terra fu solo per una sua mera disattenzione. Questa la specificazione giuridica: "L'insidia deve essere caratterizzata dall' elemento obiettivo della sua non visibilità e da quello soggettivo della imprevedibilità".

La signora Pisapia presentò richiesta di un risarcimento danni di 2500 euro per i danni fisico-biologici e morali subiti ma la stessa venne rigettata. L' avvocato Lisetti convinto delle ragioni della donna la convinse a promuovere un appello al Tribunale di Latina. Ma l'iter poi rallentò in quanto la sezione di Gaeta del Tribunale di Latina venne soppressa. Quindi non in maniera semplice, successivamente si recuperò la documentazione. Il legale della donna chiese l'applicazione dell'articolo 2051 del Codice Civile secondo il quale "Ciascuno è responsabile delle cose che ha in custodia salvo che provi il caso fortuito".

Quindi il Comune di Gaeta era responsabile della rete stradale di propria competenza, soggetto alla applicazione della responsabilità aggravata dell' articolo 2051 del Codice Civile" e a nulla rileva la circostanza che il danneggiato fosse in grado di accorgersi della presenza dell' ostacolo, poiché chi agisce in giudizio per ottenere il risarcimento non è più onerato della prova dell' elemento colposo". Il Giudice di Pace era stato accusato di aver effettuato una erronea ed illeggittima valutazione delle prove fornite dalla signora Anna. E' stato poi dimostrato come il marciapiedi in questione fosse rimasto dissestato per molti giorni dopo l'accaduto. E proprio sulla base di queste considerazioni giovedì il giudice Giuseppina Vendemmiale della prima sezione civile del Tribunale di Latina ha condannato il Comune di Gaeta al risarcimento dei danni alla signora Anna per un importo di 5000 euro, poco meno della metà per i danni fisici subiti e per la restante parte per quelli morali, le rivalutazioni e gli interessi legali maturati. Inoltre il Tribunale ha condannato il Comune ha pagare le spese al legale della signora. Una sentenza questa, destinata a fare giurisprudenza, come rilevato dall' avvocato Lisetti. "Lo farà negli annosi casi di ‘insidia e trabocchetto' relativi alla responsabilità della Pubblica Amministrazione. E' stata data giustizia alla signora Anna dopo 16 anni (3 davanti al giudice di pace 13 in appello) che non credeva più ad un risultato positivo ed era sfiduciata".