«E' stata uccisa con numerosi colpi, non possiamo dire quanti». E' questo uno dei passaggi più significativi della testimonianza del medico legale Gian Luca Marella nel processo che si sta svolgendo in Corte d'Assise per l'omicidio di Nadia Bergamini, uccisa dal genero nell'appartamento di via Casorati a Latina. Il medico aveva eseguito l'autopsia sul corpo della donna e ieri nel corso della deposizione ha ricostruito i fatti, a partire anche dalle modalità con cui si è consumato l'omicidio. «Aveva ecchimosi diffuse e poi lesioni al polso e anche alla mano destra perchè ha cercato di difendersi». In aula davanti al presidente Gian Luca Soana e al pm Marco Giancristofaro, hanno deposto molti testimoni, tra cui anche un medico del 118 tra i primi ad intervenire nell'abitazione. «Ricordo che c'era una persona che ci aveva minacciato "Se alla signora succede qualcosa peggio per voi" ed era sul pianerottolo». Il riferimento è all'imputato: Antonino Zappalà, 46 anni. «Siamo stati allertati per una donna in stato di incoscienza e subito abbiamo capito che c'era qualcosa di strano - ha ricordato il medico - abbiamo ipotizzato un'aggressione per le ferite che aveva e poi ho rilevato diverse anomalie, non era caduta era stata aggredita e quindi ho chiamato la polizia. Ricordo che quando siamo arrivati - ha aggiunto il medico - aveva il volto tumefatto».