Tutta colpa di quel rapporto sempre un po' borderline tra Comune e società di calcio se adesso anche la Procura della Corte dei Conti indaga per capire se e quanto tutto questo abbia arrecato danno all'ente. Il conto, per il momento, è di 2,3 milioni di euro. In 41 pagine il sostituto procuratore Emanuele Rotolo cita in giudizio i dirigenti dell'epoca dei fatti Ventura Monti, Alfio Gentili, Nicola Deodato, e i vertici dell'amministrazione di quel periodo, ossia il sindaco Giovanni Di Giorgi, l'ex assessore Giuseppe Di Rubbo, il presidente della società Latina Calcio, Pasquale Maietta, il consigliere comunale Vincenzo Malvaso.

Il fronte finanziario
L'indagine è il fronte inerente il danno erariale del procedimento penale «Olimpia», che il 15 novembre 2015, ha avuto il suo step più importante con una serie di arresti. Due giorni più tardi, il 17 novembre, la segreteria generale del Comune corse ai ripari con una relazione che ipotizzava «varie criticità nell'ambito dei procedimenti afferenti alla gestione e all'ampliamento dello stadio comunale», in specie «anomalie con riferimento ai rapporti intrattenuti dal Comune stesso con la U.S. Latina Calcio srl, concessionaria dello stadio comunale e del campo sportivo ex Fulgor Cavi». L'impatto erariale di questa storia fonda su due perni: da un lato si contesta che il Comune ha pagato spese che sarebbero spettate alla società sportiva, dall'altro c'è la spesa «inutile derivante dall'approvazione di piani particolareggiati poi annullati, perché in contrasto con la normativa generale». «Rispetto a tale ultimo profilo - ricorda il pm - l'amministrazione comunale, con sette successivi atti di costituzione in mora, ha manifestato espressamente l'intenzione di esercitare il diritto di credito nei confronti dei presunti responsabili di danno erariale».

I regali
L'elenco delle spese «caricate» sulle casse comunali dal Latina Calcio è lungo e inizia nel 2009, con il contratto di concessione. Scrive la Procura erariale: «Sebbene il regolamento negoziale prevedesse a carico della concessionaria, una serie di oneri, come la manutenzione ordinaria e, in alcuni casi, straordinaria, nonché le spese di gestione della struttura sportiva e gli interventi migliorativi, i dirigenti e i funzionari del Comune, su sollecitazione di alcuni amministratori, disposero in favore della società l'indebita erogazione di ingenti somme, complessivamente pari a 1.853.813,38 euro, volte a finanziare una molteplicità di interventi rientranti nei suddetti oneri». Somme non dovute e che per questo rappresentano un danno erariale per l'amministrazione locale. A ciò si aggiungono i 429mila euro pagati ai tecnici per la revisione dei Ppe, spesa inutile in quanto sei piani nel 2016 sono stati prima sospesi e poi annullati, perché non si potevano reggere in piedi e forse lo si poteva intuire dall'inizio, tanto che l'annullamento ha retto tutte le impugnazioni successive.

La difesa
Tutti i presunti responsabili del danno erariale si sono avvalsi della facoltà di depositare deduzioni, ad eccezione di Pasquale Maietta, mentre Di Rubbo, Di Giorgi, Gentili e Malvaso sono stati anche sentiti dal pubblico ministero. I lavori in favore del Latina Calcio sono stati eseguiti tra il 2009 e il 2015 e hanno riguardato l'adeguamento e messa in sicurezza, la biglietteria della zona ospiti, il tunnel di ingresso agli spogliatoi, il punto ristoro, l'allargamento della tribuna stampa, la fornitura e posa in opera del tappeto verde. Tutto doveva essere interamente finanziato dalla società che come si sa, in seguito alle inchieste Arpalo è stata dichiarata fallita e la curatela è costituita parte civile nel relativo procedimento tuttora in corso davanti al Tribunale di Latina. Tra le prove a supporto dell'accertamento del danno erariale ci sono alcune intercettazioni tra i dirigenti, già inserite anche nel fascicolo di «Olimpia».