I ragazzi del liceo che occupano le sedie nella platea del consiglio comunale di Formia prendono appunti quando il colonnello della Guardia di Finanza di Formia, Luigi Galluccio, snocciola i nodi del contrasto al gioco d'azzardo, fenomeno che nel sud pontino tocca cifre record di spesa da anni. "Il gioco nasce come una cosa illegale – dice l'ufficiale – poi nel 2004 è stata introdotta una legislazione che ci aiuta a intervenire. Ma ci sono una serie di elementi che dobbiamo conoscere. In questi anni le sale gioco sono state aperte dovunque, anche di fronte alle chiese, nei pressi delle scuole". Poi ricorda il peso delle scommesse on line, un modo col quale "abbiamo consegnato soldi all'illegalità". Tra i maggiori collettori di scommesse e gioco d'azzardo ci sono società che non pagano le tasse in Italia ma che, in compenso, scaricano sulla collettività le prime vittime dell'azzardo, ossia le persone affette da ludopatia che hanno bisogno di cure esattamente come i tossicodipendenti. Il messaggio è per i giovanissimi che sono in sala, la maggior parte dei quali vive a Formia, la città che sconta un record di spesa pro capite per il gioco d'azzardo. I dati li ha forniti Carlo Tucciello dell'associazione "Gocce di fraternità".
Nella Regione Lazio, ogni anno, le scommesse raccolgono tra i 6 e 7 milioni di euro (6,2 milioni nel 2019 e 7, 6 nel 2020). Un trend che continua a crescere nonostante gli allarmi. E d'altro canto cresce la raccolta telematica rispetto a quella fisica, ossia le giocate direttamente nei centri slot o scommesse. Nell'anno 2021 nel Lazio la raccolta telematica è stata pari a 7,1 milioni e quella fisica a 4,4 milioni di euro. Si scommette un po' su tutto ma i giochi alle slot svettano sul resto.
Nel 2021 in provincia di Latina per il gioco e le scommesse si sono spese somme che fanno tremare i polsi. Le giocate sono valse complessivamente poco meno di mezzo milione di euro e il numero più alto arriva da Formia con 158mila euro, seguono Fondi con 124mila e Minturno con 59mila, poi Gaeta con 47mila. La media è di circa 60mila euro annui per ogni Comune e l'impatto effettivo varia in base al numero degli abitanti, in tal senso il rapporto peggiore con il gioco d'azzardo ce lo ha Ponza. In media le giocate pro capite dei cittadini della diocesi sono di quasi tremila euro l'anno (dati 2021), ma a Formia si arriva ad una media di 4.200 euro, a Ponza a 3.400 euro, Fondi 3.100, Minturno e Sperlonga, appaiate, a 2900 euro per ogni giocatore. Il gioco telematico ha sorpassato di molto quello fisico in un rapporto del 60% del primo contro il 40% del secondo. Lo studio della Caritas diocesana presentato ieri mattina presso la sala Ribaud del Comune di Formia include anche una tabella che indica l'incidenza de gioco sul reddito pro capite del giocatore. Ed emerge che sempre a Formia è del 23,2%, ma il dato peggiore arriva da Ponza dove l'impatto sul reddito è pari al 26,4%, al Fondi del 22%, a Sperlonga e Minturno del 18% e si tratta di percentuali che il più delle volte di abbattono su redditi medo bassi, andando dunque ad allargare la sacca del disagio e della povertà, i cui dati, a loro volta, non possono considerarsi del tutto scissi da un disagio sociale legato alle ludopatie. Nel corso dell'incontro è stato sottolineato come, a latere del fenomeno, si debba considerare l'interesse finanziario e dunque la presenza della criminalità organizzata, che di solito gestisce direttamente alcune sale gioco (come dimostrato da recenti interdittive antimafia nel sud della provincia di Latina) oppure le controlla, o ancora si occupa dei prestiti. Non solo critiche e nubi scure, però, dall'incontro voluto dalla Caritas con gli studenti e al quale ha partecipato anche il Vescovo Luigi Vari. Nel vademecum distribuito in sala e disponibile sul sito della Diocesi di Gaeta sono reperibili consigli, scelte di vita, come quella di boicottare gli esercizi commerciali che "vendono" anche gioco d'azzardo e poi cercare insieme di sensibilizzare le amministrazioni comunali a contenere il gioco d'azzardo, limitando gli orari di apertura e controllando l'applicazione delle norme sulla dislocazione.