Un gruppo dedito allo spaccio sul territorio di Cisterna pronto a tutto anche a perseguire i clienti infedeli. Chi non pagava o cercava di "fregarli" infatti, rischiava ritorsioni, come mangiare dei soldi falsi. Tre persone sono finite agli arresti domiciliari mentre nove sono al momento indagate, tutti per il reato di detenzione e cessione di sostanza stupefacente. E' questo quanto deciso dal Gip, il dottor Giuseppe Molfese, dopo che il pubblico ministero, Carlo Lasperanza aveva richiesto l'arresto per sei dei dodici indagati. In totale sono quindici i capi di imputazione per un gruppo di persone dedito alla vendita di cocaina e hashish. Al momento le persone ristrette agli obblighi domiciliari sono L.C., A.F. e E.M., giovani tra i 25 e 35 anni tutti residenti nel Comune di Cisterna.

Le ordinanze sono state eseguite nella serata di lunedì dai Carabinieri di Cisterna, al termine di un'attività di indagine durata all'incirca quattro mesi. I fatti si sono consumati tra novembre 2021 e marzo 2022. A far emergere l'attività illecita sono stati gli accertamenti eseguiti dai militari guidati da luogotenente Raffaele Priore e in forza al reparto territoriale di Aprilia diretto dal tenente colonnello Paolo Guida. Un indagine alla "vecchia maniera", con appostamenti, servizi di controllo e monitoraggio di quelle zone considerate "calde" per lo spaccio. L'indagine ha portato alla luce anche particolari forti, come obbligare una persona - che aveva contratto un piccolo debito con uno degli arrestati - a masticare e ingoiare una banconota falsa. Il consumatore si sarebbe prima fatto dare la droga senza pagarla e poi quando è andato a saldare i conti lo avrebbe fatto con 50 euro finte. E una volta scoperto, uno degli indagati non l'avrebbe presa per nulla bene tanto da obbligare a mangiare la banconota come punizione per il tentativo di raggiro. Un particolare che lascia intendere come gli indagati fossero sicuri del proprio potere al punto da raccontarlo anche a terze persone senza aver paura che la cosa potesse uscire o arrivare alle forze dell'ordine, cosa che invece è accaduta.