«Finisce qui la stagione dei campi rom a Latina, dei ghetti monoetnici». Lapidario, più fiducioso dello stesso commissario straordinario, il presidente dell'associazione 21 luglio, Carlo Stasolla, riassume il nocciolo di una questione che ha molto diviso e fatto discutere, ossia il senso e il futuro del centro Al Karama, distrutto da un rogo a luglio, quando già era stato previsto di ricostruirlo viste le condizioni in cui era ridotto. Ieri mattina il commissario Carmine Valente ha illustrato ciò che l'insediamento di Borgo Bainsizza diventerà da maggio in poi, un centro di autonomia abitativa, composto da 19 moduli e destinato a famiglie indigenti in via temporanea, quindi non su base etnica. Fino ad allora le 18 famiglie trasferite da Al Karama alla ex Rossi sud faranno una serie di colloqui con l'associazione «21 luglio» perché sia loro spiegato qual è la nuova filosofia del centro e per avviare progetti di formazione che consentano una graduale riduzione dei moduli occupati oltre che l'inclusione reale.

«E' una sfida - ha detto Stasolla - ma è anche l'inizio di un percorso che potrebbe portare tutte le famiglie ex Al Karama alla vera inclusione e ad un vita dentro case vere, dunque fuori da quei moduli abitativi. Noi crediamo che Latina, se si riuscirà a proseguire su questo tracciato anche con la prossima amministrazione, potrà essere un modello per altre città». Il commissario Valente nel corso della conferenza stampa di ieri mattina ha ripercorso la storia travagliata del campo. E non ha omesso critiche a come era gestito: «Le famiglie sono state spostate alla Rossi sud e abbiamo cercato di dare loro tutto ciò che potevamo e di cui avevano bisogno. Ma lo sapete venivano buttati via i pasti? Al Karama era un luogo invivibile già prima dell'incendio. Mi chiedo chi è perché non si è accorto di come stavano le cose. Noi non vogliamo un altro potenziale ghetto per sole famiglie rom e abbiamo fatto un regolamento che è un patto di solidarietà tra l'amministrazione e la famiglie. Noi diamo loro i moduli abitativi ma devono tenerli in buono stato, diamo loro il trasporto per i bambini e l'assistenza e loro si devono impegnare a mandarli a scuola, faremo corsi di formazione per chi non ha un lavoro e speriamo che i moduli lì siano sempre meno. Sono strutture movibili e quindi, se serviranno altrove per altre famiglie, li sposteremo. Questa vicenda ci ha impegnato molto, stante tutti i problemi economici gravi di questo Comune, abbiamo dato priorità al caso-Al Karama proprio perché riguarda persone che hanno diritto all'inclusione». I parametri del regolamento sono stati illustrati dal sub commissario Ada Nasti. La procedura per l'acquisito dei 19 moduli inizierà oggi e si prevede che il centro abitativo sia pronto ad accogliere le famiglie per la fine di maggio poiché sarà necessario procedere a tutti gli altri interventi di messa in sicurezza e allaccio. Nel dettaglio si tratta di sei unità per famiglie di 3 componenti, 7 unità per cinque persone e 6 unità da cento metri quadri per i nuclei di 8 persone. Il campo ha una scadenza, 12 mesi, con una sola proroga possibile di ulteriori sei mesi, scaduti i quali tutte le prerogative del regolamento verranno a cadere.