Si sono spalancate le porte del carcere per Massimiliano Tartaglia, sottoposto a misura cautelare per il coinvolgimento nell'operazione antidroga di febbraio con cui i carabinieri avevano smantellato la piazza di spaccio che il quarantenne era sospettato di avere organizzato nella zona del quartiere popolare Nicolosi insieme ad altri spacciatori finiti in manette come lui.

In quella circostanza il giudice per le indagini preliminari aveva disposto gli arresti domiciliari a lui e un altro pusher considerato il suo braccio destro, ma in più di un'occasione Tartaglia aveva violato gli obblighi imposti dal gip di non lasciare l'abitazione di via Pionieri della Bonifica dov'era ristretto e per questo il Tribunale ha disposto l'aggravamento della misura cautelare con il conseguente trasferimento dietro le sbarre di una casa circondariale in attesa di giudizio.

Il caso più eclatante è stata l'evasione dai domiciliari di inizio marzo, quando i Carabinieri di una pattuglia della Sezione Radiomobile aveva riconosciuto Massimiliano Tartaglia mentre sfrecciava in monopattino vicino casa. Inseguito dai militari, il quarantenne era riuscito a fuggire imboccando una strettoia, ma i Carabinieri lo avevano bloccato e arrestato mentre rientrava nell'abitazione, pensando di eludere così i controlli.

Dopo il processo era stato rimandato a casa agli arresti domiciliari, ma quella più altre violazioni documentate dai Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Latina hanno fatto scattare una nuova valutazione delle esigenze cautelari da parte del giudice, che ha condiviso le valutazioni dei militari dell'Arma, decindento appunto per l'aggravamento della misura restrittiva.