In città la vicenda ha colpito tutti nel profondo e affranto soprattutto il mondo cattolico di Terracina che avrebbe preferito trascorrere la settimana santa con tutt'altro spirito. Perché la notizia dell'arresto per abusi sessuali su minorenni dell'educatore di 36 anni che frequentava la parrocchia della chiesa del Santissimo Salvatore e alcune associazioni di volontariato locali, ha comunque avuto l'effetto di un fulmine a ciel sereno nell'intera comunità cittadina, divisa tra chi ha condannato senza mezzi termini l'uomo e da chi preferisce attendere un regolare processo prima di emettere giudizi e "sentenze da bar". «Il vangelo ci invita ad annunciare la verità - ha detto ieri Don Luigi Venditti, parroco della seconda chiesa della città dopo la Cattedrale -. Gesù non ci ha giudicato e noi, in questo momento, dobbiamo essere animati dalla misericordia. Amare e perdonare. In questi casi, però, pretendiamo anche giustizia».


E sempre ieri, il 36enne ora ristretto agli arresti domiciliari e che è difeso dall'avvocato Alessandro De Angelis, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale Latina Giorgia Castriota. Come noto, l'educatore che è stato arrestato mercoledì pomeriggio dagli agenti della squadra anticrimine del Commissariato di via Petrarca, deve rispondere di abusi perpetrati su due bambine che, all'epoca dei fatti datati 2020 e 2021, avevano 12 e 13 anni. E' anche noto che nella normativa vigente si configura la violenza sessuale sotto i 14 anni e anche tra i 14 e i 16 quando c'è un rapporto, di vigilanza o insegnamento, come in questo caso.


Tutto è partito dalla denuncia del genitore di una delle due vittime dopo che la figlia, minorenne, aveva trovato il coraggio di confidare in casa di essere stata oggetto di violenza sessuale da parte di un ragazzo impegnato nell'attività di educatore nel Discepolato di una parrocchia cittadina e in un'associazione di volontariato, luoghi entrambi frequentati anche da lei, al momento della denuncia 14enne. Il presunto colpevole, proprio dopo la denuncia che ha fatto scattare l'indagine, è stato dubito allontanato dalla chiesa che frequentava e da tutte le associazioni in cui era impegnato come educatore. Dopo un'attenta perquisizione domiciliare, la polizia avrebbe trovato del materiale ritenuto "interessante" tra messaggi, foto e filmati.