Per oltre un'ora Mario Taglialatela ha riposto alle domande del pubblico ministero e del gup, cercando di spiegare che il suo contratto nello staff del sindaco di Formia, all'epoca della gestione di Paola Villa non fu un abuso. Quella di ieri mattina è stata dunque una tappa cardine del procedimento che contesta l'abuso d'ufficio e il falso negli atti di nomina a capo di Gabinetto di Mario Taglialatela, avvocato, già segretario generale in vari Comuni, tra cui quello di Formia.


Secondo la tesi difensiva esposta dallo stesso Taglialatela, oltre a non aver integrato i due reati, questa vicenda fu il frutto di veleni politici legati alle scelte che egli fece nel 2018, quando, appunto, si candidò alle elezioni amministrative di Formia. In quella circostanza correva con una lista civica e uno dei concorrenti, Pasquale Cardillo Cupo, avvocato anch'egli e oggi Presidente del consiglio comunale, gli propose di appoggiarlo con la civica. Un accordo che non si concretizzò e anche questa sarebbe stata la ragione dell'esposto presentato da Cardillo Cupo sulla legittimità dell'incarico nella squadra di Paola Villa, che nel 2018, come si sa, vinse le elezioni. Una lettura politica dei fatti effettuata durante la lunga deposizione in presenza del legale di Taglialatela, l'avvocato Luca Scipione, e del difensore della Villa, l'avvocato Enzo Macari. Ancora, l'ex capo di gabinetto ha fatto rilevare che il suo incarico costò al Comune di Formia 8000 euro l'anno a fronte di una collaborazione che fondava su anni di esperienza nel settore delle pubbliche amministrazioni e che accettò proprio per dare un contributo alla sua città senza immaginare che da un esposto sarebbe nato un troncone giudiziario come quello ora incardinato davanti al Tribunale di Cassino. Si tratta di una vicenda definita anche in sede erariale con la sentenza emessa alcune settimane fa dalla Corte dei Conti che attesta la responsabilità contabile sia di Taglialatela che dell'ex sindaca Paola Villa e del dirigente che autorizzò il contratto.

Mario Taglialatela, che all'epoca dei fatti fu inquadrato nella categoria C1. Secondo quanto dichiarato in altra udienza dall'avvocato Vincenzo Macari, «il conferimento di un incarico di staff a supporto del sindaco nell'esercizio di funzioni di indirizzo e controllo politico amministrativo che non comporta funzioni gestionali direttive o dirigenziali è perfettamente legittimo». Sullo sfondo di questa storia e di un altro procedimento che vede indagato l'ex sindaco Sandro Bartolomeo ci sono state di recente anomale dichiarazioni dell'attuale primo cittadino di Formia, Gianluca Taddeo, che ha annunciato di costituirsi parte civile in entrambi i procedimenti nel caso in cui l'opposizione di Paola Villa e di Imma Arnone, moglie di Bartolomeo, dovesse proseguire. Il Comune risulta parte offesa in entrambi i procedimenti. Il sindaco non ha fatto istanza in nessuno dei due, eppure ha usato questo argomento nella contrapposizione politica, quasi come un «grimaldello».