Il Comune di Aprilia non si costituisce parte civile nel processo contro i vertici della Loas Italia. Per l'amministrazione infatti, i reati contestati ai due soci di maggioranza e all'amministratore non hanno in alcun modo causato danni alla città. Ieri mattina infatti, davanti al giudice monocratico Paolo Romano del Tribunale di Latina, si è tenuta la prima udienza del processo a carico di Antonio Martino e Liberato Ciervo (i soci) e dell'allora legale rappresentante legale della società Alberto Barnabei. Ai tre sono contestati dalla Procura di Latina i reati di incendio colposo e alcuni altri reati ambientali in merito alla gestione dei rifiuti e allo smaltimento delle acque reflue.
Se il Comune di Aprilia ha deciso di non chiedere i danni, posizione opposta l'hanno invece presa il Comune di Latina, la Provincia di Latina e la Regione Lazio che la costituzione di parte civile l'hanno presentata.
Era la vigilia di Natale. Il sindaco Terra e la sua maggioranza tracciavano il bilancio di un anno di attività e si apprestavano ad affrontare la campagna elettorale che avrebbe portato al voto di ieri. La posizione, in quella occasione, fu chiara: la città di Aprilia venne danneggiata dalla gestione dei tre imputati, bisognava chiedere al giudice di accertarne la portata e da qui l'annuncio che si sarebbe proceduto alla costituzione in giudizio. Qualcosa però è cambiato.
L'inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio, nasce all'indomani del rogo che ha devastato l'azienda in zona artigianale nell'agosto del 2020. In realtà furono tre le inchieste avviate in quella occasione. Una si chiuse senza un nulla di fatto: nessun indagato in qualità di autore materiale, di responsabile diretto dell'incendio che forti sospetti volevano essere di natura dolosa. Le altre inchieste invece riguardavano la gestione dei rifiuti e le dotazioni di sicurezza dell'impianto. La devastazione infatti, avrebbe potuto essere evitata, o limitata, se il sistema anti incendio fosse stato in funzione e se il piazzale e i capannoni non fossero stati stracolmi di rifiuti. Queste le ipotesi degli inquirenti che hanno portato alle accuse. Tornando all'udienza di ieri, la difesa degli imputati ha preliminarmente chiesto l'esclusione di una relazione tecnica richiesta dalla pubblica accusa che non sarebbe stata notificata alla difesa - all'epoca l'inchiesta a carico di ignoti - e ritenuta irripetibile, ipotesi rigettata dal giudice. E il dibattimento entrerà nel vivo il prossimo 24 febbraio quando in aula saranno chiamati a parlare i carabinieri ed i vigili del fuoco.