Condanna a 16 anni di reclusione, rispetto ai 30 anni chiesti dal Procuratore generale. Si è concluso ieri pomeriggio a Roma davanti ai giudici della Corte d'Assise d'Appello il processo nei confronti di Daniele Cestra, 46 anni, originario di Sabaudia, accusato e condannato in primo grado a 30 anni, con l'accusa di aver ucciso, all'interno della casa circondariale di Frosinone, il compagno di cella Peppino Mari, originario di Sgurgola. Ieri al termine della camera di consiglio durata oltre tre ore, dopo le arringhe del collegio difensivo composto dagli avvocati Angelo Palmieri e Sinuhe Luccone che hanno cercato di scardinare le accuse, i giudici hanno letto il dispositivo e hanno ridotto la pena: è stata dimezzata rispetto ai 30 anni di primo grado. Non erano mancati i colpi di scena nel corso del processo: lo scorso febbraio quando tutti attendevano la sentenza i giudici avevano emesso un'ordinanza stabilendo una perizia medica.
Quasi un anno fa, nel giugno del 2022 era stata la Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone ad emettere la sentenza relativa al duplice omicidio nel carcere del capoluogo ciociaro di Pietro Paolo Bassi. L'uomo era stato trovato impiccato il 24 marzo 2015, deceduto il 15 giugno successivo, e Peppino Mari, morto impiccato il 17 agosto del 2016. I due detenuti erano compagni di cella di Cestra.