Alla ricerca di un comune denominatore che possa indirizzare nel verso giusto l'indagine sugli attentati incendiari del Lungomare, gli investigatori della Polizia stanno analizzando la questione dei chioschi da diversi punti di vista. I detective della Questura stanno analizzando infatti diversi aspetti, a partire dalle questioni amministrative relative ai bandi di affidamento delle aree demaniali, con l'obiettivo di trovare spunti, o meglio chiavi di lettura per gli episodi di questi giorni. Anche se i risvolti più interessanti riguardano le intimidazioni che diversi operatori balneari hanno subito in passato, alcune appesantite da gravi minacce che ora sembrano essersi concretizzate.


I poliziotti della Squadra Mobile stanno lavorando al caso con l'attenzione che merita, sia per fermare l'escalation di incendi che sta mettendo in ginocchio un intero settore con la stagione balneare quasi alle porte, ma anche per verificare con attenzione i sospetti maturati finora per non arrivare a conclusioni troppo affrettate, ovvero raccogliere un quadro indiziario solido. In questo contesto però non possono essere sottovalutati i precedenti che hanno riguardato diversi operatori del tratto "B" del Lungomare, quello compreso tra Rio Martino e Capoportiere, tra i quali si contano sia alcuni gestori dei chioschi danneggiati in questi giorni, ma anche altri imprenditori che finora non hanno subito incendi.


Negli anni passati infatti più di qualcuno aveva subito minacce verbali, che in alcuni casi erano state seguite, a distanza di alcuni anni, da attentati incendiari sventati prima che potessero produrre gravi danni come quelli registrati nei giorni scorsi. Ora gli investigatori stanno indagando per capire se possano esserci connessioni tra gli episodi di un passato neppure troppo remoto e i fatti di questi giorni, tenendo conto che alcuni dei protagonisti dei casi precedenti sono attualmente reclusi per altri reati.