Il caso del brano "plagiato" da Madonna, la regina del pop internazionale, adesso arriva a Formia. Le carte relative alla vicenda giudiziaria che ormai si credeva conclusa sono arrivate sul tavolo dello studio legale Redivo che, in queste settimane, ha ricevuto un mandato esplorativo singolare: all'avvocato Bruno Redivo è stato chiesto di analizzare e confrontare un brano musicale quasi sconosciuto, prodotto da un autore belga negli anni ‘90 ed edito da una nota etichetta discografica del Belgio, con una delle hit dell'artista internazionale, al secolo Louise Veronica Ciccone, ossia "Frozen".
Secondo quanto ricostruito dall'avvocato, la casa editrice di M.P. - queste le iniziali dell'autore belga - riteneva che il brano di Madonna fosse in realtà un plagio di una canzone antecedente dell'artista da loro prodotto. E a quanto pare, non avevano tutti i torti: una conferma è arrivata dal Tribunale del Belgio che che dava ragione al ricorrente nel primo grado di giudizio.
Le cose sono però cambiate dal secondo grado di giudizio: la pronuncia venne ribaltata in Appello ed infine confermata dalla Cassazione Belga. Il tutto perché, secondo i magistrati del posto, non si trattava di un vero e proprio "plagio", in quanto il brano non avrebbe avuto, per come composto, quel minimo di "originalità" e "creatività" necessari affinché si potesse ritenere applicabile la legge sul diritto d'autore. In altri termini, essendo il brano "copiato" ritenuto banale e "poco artistico", non meritava l'applicazione della Legge che disciplina, nell'ambito normativo del diritto d'autore, quella specifica tutela giuridica relativa al "plagio".
A nulla, dunque, è servito dimostrare l'effettiva somiglianza dei brani, data anche dal numero di misure musicali: Madonna vinse il contenzioso.
Oggi, a distanza di vent'anni, all'avvocato Redivo viene richiesto di esplorare le possibilità di azioni in via risarcitoria ed inibitoria in ogni singola nazione dell'Unione Europea, oltre che in territorio nazionale italiano.
Il primo problema giuridico affrontato è stato comprendere se le sentenze del Belgio, passate in giudicato, fossero o meno "vincolanti" per l'Italia e soprattutto se esistesse un modo per superare tale ostacolo processuale. In tal senso, spiega l'avvocato di Formia, se il giudicato Belga è in linea teorica e generale valido in Italia, lo stesso non rappresenterebbe un ostacolo per il giudizio eventualmente da incardinarsi sul territorio nazionale italiano.
Sebbene l'avvocato Redivo abbia ritenuto corretta la sentenza belga che esclude la sussistenza di plagio, è anche vero che la norma sul diritto d'autore, per come concepita nel 1941, non sarebbe più attuabile con la musica contemporanea, in quanto ormai quasi anacronistica, fatta eccezione per una ristretta nicchia di composizioni. A questo punto, veniva richiesto dal mandante Belga se, secondo la normativa interna italiana, esistesse una differente tutela applicabile che consentisse una azione inibitoria e risarcitoria.
La pratica è attualmente in fase di analisi e approfondimento, tuttavia è stata già anticipata la risposta positiva al quesito in quanto, spiega il legale, «esistono normative che possono attualmente tutelare in maniera efficace il prodotto musicale che non rientra negli standard della normativa sul diritto d'autore».