È arrivata l'attesa svolta nella procedura di verifica della legittimità della permanenza, nella casa popolare di via Londra, per la famiglia di Giulia De Rosa coinvolta nella recente inchiesta antidroga dei Carabinieri di Latina. Proprio i militari dell'Arma nei giorni scorsi hanno notificato l'avvio del procedimento di revoca dell'alloggio pubblico adottato dal Servizio Patrimonio-Edilizia Pubblica del comune di Latina: prima di tutto perché nell'appartamento veniva svolta abitualmente un'attività illecita come lo spaccio di droga, ma anche per un'importante morosità consolidata.
L'esame della pratica che consente ai De Rosa di vivere in un appartamento pubblico rientra nell'applicazione della legge regionale 12 del 1999 che disciplina la gestione dell'edilizia residenziale pubblica. La norma prevede appunto la decadenza dell'assegnazione dell'alloggio popolare, con risoluzione del contratto di locazione, tra le altre circostanze, quando l'assegnatario «svolge nell'alloggio attività illecite, accertate sulla base delle risultanze dell'autorità giudiziaria competente». Una regola che per molti anni è stata ignorata, principalmente per un difetto di comunicazione tra enti.
La verifica dei requisiti è scattata lo scorso mese di marzo, quando gli stessi carabinieri del Nucleo Investigativo hanno fornito al Comune l'ordinanza di custodia cautelare con cui il Tribunale di Latina aveva applicato le misure restrittive per Giulia De Rosa detta Cipolla, per i tre figli e la nuora, tutti indiziati di spaccio, un affare che ruotava attorno alla casa di via Londra, come documentato dall'indagine dell'Arma. Il provvedimento dell'autorità giudiziaria quindi testimonia l'attività illecita svolta nell'immobile dell'edilizia residenziale pubblica, elemento che da solo vale la revoca del beneficio. Inoltre nel corso dell'istruttoria è emerso che i De Rosa hanno accumulato un debito di 5.000 euro di canoni non versati, una somma importante rispetto alle tariffe simboliche chieste.
L'alloggio risulta assegnato a Laura De Rosa, sorella di Cipolla che da sempre lo utilizza con i figli, dopo avere occupato abusivamente a sua volta anche un'altra casa in via Copenaghen per quasi dieci anni. Trascorsi i termini per le controdeduzioni, la revoca sarà effettiva.