Indagini in corso
22.06.2023 - 19:30
Si continua a scavare negli ambienti del mercato della droga per risalire agli autori dell'avvertimento che si è verificato in via Emanuele Filiberto, dove una bomba è stata fatta esplodere davanti alla serranda del negozio di ortofrutticola "La Primizia da Fustolo". Le indagini sono coordinate dai carabinieri della Compagnia di Formia, diretti dal Maggiore Michele Pascale. Il titolare dell'attività è ristretto agli arresti domiciliari, un anno fa gli sono stati sequestrati 2 chili e mezzo di droga: le modalità dell'avvertimento sono indicative per capire l'obiettivo: gli autori volevano intimorire, mandando un messaggio al destinatario dell'attentato. E, quindi, proprio nell'ambito dello spaccio di stupefacenti si cercano i responsabili dell'attentato delll'altra notte.
Intanto ieri sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Formia, Gianluca: «Si tratta di un'azione deprecabile ed ignobile che condanniamo con estrema fermezza – ha affermato il primo cittadino - La città è stata colpita da un episodio vergognoso che non ha alcuna comunanza, né attinenza, con i valori e con i principi della nostra comunità. Tali gesti di violenza e minaccia rischiano di destabilizzare il regolare vivere civile e compromettere il clima di sicurezza e di sereno confronto e di dialogo, da sempre presente nella nostra realtà. Per quanto sarà possibile il Comune offrirà massima collaborazione agli investigatori, confidando che gli autori di questo atto vile siano presto identificati dalle forze dell'ordine, a cui va il nostro pieno sostegno morale».
Con una nota sui fatti di via Emanuele Filiberto è intervenuta anche l'associazione antimafia Caponnetto: «Non sappiamo quale sia lo scenario criminale nel quale può ascriversi la bomba che ha divelto la serranda dell'esercizio commerciale di Formia; di certo sappiamo, però, che sono anni che denunciamo il clima criminale che avvolge le città del sud pontino. D'altronde queste sono diventate la residenza di numerose famiglie afferenti alla mafia, alla camorra e alla ‘ndrangheta, le quali vi hanno trasferito anche i loro interessi, inondando il nostro territorio di milioni di euro di provenienza illecita. Lo confermano i sequestri e le interdittive antimafia, che sono stati adottati dalla magistratura a danno di soggetti, con forti legami con le suddette organizzazioni criminali. Non siamo solo noi a dirlo ma anche le numerose relazioni antimafia che sono stare redatte in questi anni, in particolare dalla DIA, così come da parte della commissione parlamentare antimafia. Quest'ultima ha ricostruito, grazie anche all'audizione dei magistrati della Procura di Roma e del Prefetto di Latina, che la situazione è drammatica, nonostante il miglioramento della qualità degli interventi di contrasto effettuati dalle forze dell'ordine. Concludiamo ricordando che il nostro fondatore, il mai troppo poco compianto Elvio Di Cesare, ha sempre denunciato la sottovalutazione del fenomeno legato alla presenza sul nostro territorio di famiglie importanti della criminalità organizzata, denuncia a cui non ha mai fatto seguito alcun provvedimento risolutivo, soprattutto da parte della classe politica e della società civile. Purtroppo l'andazzo è ancora questo. E purtroppo dobbiamo constatare che troppo spesso il silenzio e l'inerzia che circonda tali situazioni non sono frutto di sola ignavia, ma di vera e propria collusione»
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