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Il caso

Il palazzo Malvaso si può «salvare», no alla demolizione

Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso della Piave Costruzioni perché la concessione non è stata revocata

Il palazzo Malvaso si può «salvare», no alla demolizione

Il Tribunale amministrativo di Latina ha accolto il ricorso presentato dalla Piave Costruzioni srl, di cui è amministratore unico Vincenzo Malvaso, già consigliere comunale di Forza Italia. Viene così annullato l'ordine di demolizione emesso dal Comune di Latina quale conseguenza della revoca dei Piani Particolareggiati approvati dalla Giunta municipale tra il 2012 e il 2014, tra cui anche quello che riguardava, appunto, il quartiere di via Piave. Sulla base di quel Ppe il costruttore Malvaso ha realizzato il complesso immobiliare, in seguito sequestrato per il procedimento penale parallelo e indipendente.

Dopo l'annullamento dei sei Ppe, avvenuto nel 2016, l'Ufficio tecnico del Comune ha firmato una lunga serie di provvedimenti di demolizione, tutti «fermati» dai giudici amministrativi poiché non è stato ritenuto sufficiente l'annullamento del piano per eliminare anche i titoli edilizi correlati. Principio esteso ora anche al palazzo di via Piave, che, nei fatti, non è in linea con il piano regolatore generale ma non è ancora stato dichiarato abusivo dal Comune di Latina. E infatti il Prg, unico strumento regolatorio ancora vigente, non prevedeva alcuna potenzialità edificatoria nella zona dove si trova il palazzo della Piave Costruzioni, anzi quell'area è destinata a servizi e verde. Solo in un secondo momento e con il Ppe Piave è diventato «possibile» edificare 2900 metri cubi residenziali. E comunque ne sono stati realizzati quasi 10mila.

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