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Il fatto

Revocata ai De Rosa la casa popolare utilizzata per anni come base di spaccio

Dopo gli arresti per droga di marzo, i Carabinieri avevano chiesto la verifica del caso. Il Comune dispone la decadenza dell'assegnazione

Revocata ai De Rosa la casa popolare utilizzata per anni come base di spaccio

Un'altra casa popolare è stata sottratta alla criminalità locale e sarà destinata all'emergenza abitativa attraverso lo scorrimento delle graduatorie degli aventi diritto. Nei giorni scorsi infatti il Comune di Latina ha ratificato la decadenza dell'assegnazione dell'alloggio di edilizia residenziale pubblica alla famiglia De Rosa, situato al civico 11 di via Londra. Affidato in realtà a una loro parente che vive altrove, l'appartamento era abitato da oltre un decennio da Giulia detta Cipolla e dai figli, finiti al centro di una recente operazione antidroga dei Carabinieri di Latina che ha permesso di accertare, appunto, come l'abitazione venisse impiegata come base logistica per l'attività di spaccio: questo basterebbe appunto per la decadenza del beneficio, ma le verifiche hanno fatto emergere anche una morosità consolidata. Una volta reso esecutivo l'atto, sarà avviato lo sgombero dell'immobile.

La procedura di valutazione della pratica sulla casa popolare di via Londra è scattata proprio in seguito all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare degli inizi di marzo, al culmine di un'indagine avviata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina un anno fa, quando uno dei figli di Giulia De Rosa aveva ferito con un colpo di pistola un nordafricano che occupava uno stabile abbandonato in via Londra. Gli investigatori del maggiore Antonio De Lise avevano scoperto che l'appartamento popolare non aveva mai smesso di essere una base per lo spaccio, riferimento dei consumatori di cocaina al di là di fosse presente in casa, perché la famiglia era in grado di assicurare la vendita delle dosi in qualsiasi momento della giornata. Nello spaccio erano coinvolte anche le donne del gruppo, come le due figlie di Giulia e la nuora, impiegate quando uno dei figli era stato arrestato per la sparatoria e l'altro si era trasferito in un altro punto della città, oltretutto creando una nuova piazza di spaccio parallela.

In ogni caso l'inchiesta aveva documentato che la famiglia De Rosa utilizzava quella casa popolare per svolgere attività illecite, come appunto la vendita di cocaina, un aspetto sufficiente per avviare la pratica di decadenza dell'assegnazione dell'alloggio. Come già sperimentato con la casa di Maria Grazia Di Silvio in viale Nervi, liberata giusto un paio di settimane fa, gli stessi militari del maggiore Antonio De Lise hanno chiesto all'Ater e al Comune di valutare la posizione dei De Rosa, mettendo al corrente gli enti del provvedimento dell'autorità giudiziaria con cui erano scattati gli arresti a marzo, documentando anche lo spaccio nell'alloggio di via Londra. Quindi in virtù della legge regionale sull'edilizia residenziale pubblica, che prevede la decadenza dell'assegnazione appunto quando l'autorità giudiziaria documenta l'utilizzo della casa popolare per attività illecite, l'Ater di Latina ha chiesto all'ufficio Edilizia Pubblica del Comune di avviare l'esame della pratica dei De Rosa, scoprendo appunto che l'assegnataria era anche morosa, non avendo pagato canoni mensili e spese condominiali per quasi 5.000 euro.

La vicenda testimonia inoltre la commistione tra le famiglie rom che si spartiscono gli affari illeciti in città. La casa di via Londra infatti era stata regolarmente assegnata dal Comune, ormai una ventina di anni fa, a Laura De Rosa, parente di chi la utilizzava ora, ma sposata con Ferdinando Di Silvio detto Gianni zagaglia, a sua volta fratello del potente Armando detto "Lallà" attualmente detenuto per avere capeggiato un sodalizio dedito a spaccio ed estorsioni con l'aggravante del metodo mafioso. In sostanza la reale assegnataria si è spostata a vivere altrove con la propria famiglia, consentendo alla famiglia di Giulia detta Cipolla di stabilirsi in via Londra. Senza dimenticare che a sua volta Giulia occupava già un alloggio in via Copenaghen, nel frattempo sgomberato e rimesso nella disponibilità degli aventi diritto.

Un altro duro colpo è stato inferto alla criminalità locale grazie al lavoro dell'Arma dei Carabinieri. Una stringente attività di contrasto dei fenomeni più preoccupanti, che innanzitutto alimentavano la forza intimidatrice di alcuni sodalizi, oltre a consentire loro di ottenere un beneficio improprio ai danni di chi ha diritto a vivere in una casa popolare, ma deve aspettare il suo turno.

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