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Il fatto

Bullismo a scuola, percorsi e riflessioni

La storia dei 15 studenti: avevano bullizzato una compagna di classe. I fatti emersi ad aprile

Bullismo a scuola, percorsi e riflessioni

Il Garante per l'Infanzia, Monica Sansoni

Hanno rielaborato quello che è successo in classe. Hanno riflettuto. L'intervento educativo relazione che si è svolto in una scuola della provincia di Latina dove 15 studenti erano stati indagati per aver bullizzato una compagna di classe ed era stata ipotizzata anche l'istigazione al suicidio, hanno partecipato ad un percorso educativo con finalità importanti. I riscontri sono concreti. In prima linea la Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza dei Minori per la Regione Lazio Monica Sansoni coinvolta dalla dirigente scolastica e l'avvocato Pasquale Lattari con il Centro Antiviolenza che hanno eseguito una serie di incontri con i genitori dei ragazzi coinvolti, i docenti e gli studenti.

Proprio la Garante - chiamata dalla Polizia dopo la denuncia della mamma della ragazza vittima di bullismo - ha fatto diversi incontri insieme alla psicologa Gabriela Marano e tutti gli interessati.

Era stata la Procura per Minori di Roma a chiedere l'archiviazione nei confronti degli studenti accusati di aver bullizzato una compagna di classe che aveva 14 anni. I fatti erano venuti alla luce lo scorso aprile.

Erano quindici, dodici maschi e tre femmine e i reati ipotizzati erano quelli di atti persecutori e istigazione al suicidio. Secondo l'accusa i ragazzi hanno bullizzato la compagna dall'inizio dell'anno scolastico sottoponendola ad una serie di angherie con la diffusione di un vademecum per mortificarla. Inoltre avevano creato una chat chiamata Ebola con cui la parte offesa veniva in continuazione chiamata. L'intervento educativo-relazionale con i minori a conclusione dell'anno scolastico e l'inizio degli esami di terza media si è rivelato importante. Sono stati coinvolti anche i genitori dei ragazzi che hanno manifestato disponibilità per qualsiasi comportamento che possa migliorare la condizione dei ragazzi coinvolti. Sia agli adolescenti che alle famiglie è stato proposto di impegnarsi nel cercare di pacificare gli animi di tutte le persone coinvolte evitando atteggiamenti o giudizi senza il rispetto degli altri e rendersi anche in futuro disponibili ad incontri e ad attività di giustizia riparativa e mediazione, ha messo in luce la Garante Monica Sansoni.

E' emerso però che non tutti i genitori coinvolti si sono detti disponibili e si sono impegnati a migliorare l'educazione dei figli finiti nell'inchiesta. Anche la Garante è rimasta delusa sotto certi profili perchè alcuni genitori avrebbero dovuto seguire comportamenti educativi. Per i ragazzi l'intervento è stato prezioso e proficuo. Alla fine hanno superato tutti l'esame di terza media e non ha inciso la valutazione della condotta per i fatti avvenuti a scuola.

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