Entra nel vivo la "guerra" di perizie annunciata sin dalle prime battute dell'inchiesta sull'omicidio di Fabrizio Moretto, il cinquantenne di Bella Farnia freddato con un colpo di pistola davanti casa, mentre rientrava in scooter, la sera del 21 dicembre di tre anni fa, a quattro mesi dalla morte dell'amico Erik D'Arienzo per la quale era il principale indiziato. Ieri davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese si è celebrato l'incidente probatorio che ha di fatto messo in dubbio la bontà degli esami stub effettuati la sera stessa del delitto sulle mani di quattro sospettati, ossia uno degli indizi su cui si basa l'applicazione della custodia cautelare in carcere di Ermanno D'Arienzo detto Topolino, padre di Erik.
In aula è stato ascoltato il perito Marco Allievi nominato per la consulenza tecnica d'ufficio disposta appunto dal Tribunale per analizzare gli esami effettuati dagli investigatori dei Carabinieri sui tamponi utilizzati per rilevare tracce di polvere sulle mani dei sospettati. Oltre a D'Arienzo, finito in carcere perché indiziato di avere vendicato la morte di suo figlio giustiziando l'amico che lo avrebbe tradito, quella sera erano stati sottoposti all'esame stub anche la moglie e altri due personaggi da sempre ritenuti vicini al suo stesso ambiente criminale, vale a dire Antonio Mazzucco e Fabrizio Marchetto. Il perito ha analizzato nuovamente le analisi effettuate sui loro stub, utilizzando una tecnica per il riconoscimento di particelle ancora più piccole di quelle rilevate in una prima fase dei riscontri.