Quasi un quintale e mezzo di pesce non a norma e senza documenti di tracciabilità: questo è quanto sequestrato ieri dalla Capitaneria di Porto di Anzio, protagonista di un blitz al porto, dove sono stati rinvenuti i circa 150 chili di prodotti ittici irregolari e deteriorati pronti per essere messi in vendita lungo la banchina.
I militari della Capitaneria di Porto, impegnati nelle quotidiane attività di verifica, allo scopo di contrastare la vendita di prodotti potenzialmente dannosi per la salute pubblica, coadiuvati dal personale del nucleo di Polizia Marittima della Guardia Costiera di Anzio, hanno trovato il grosso quantitativo di prodotto ittico, che veniva nascosto lungo la banchina del porto e conservato in pessimo stato e visibilmente deteriorato.
Un prodotto che evidentemente non poteva essere portato a tavola, ma nonostante ciò sarebbe stato messo in vendita agli ignari acquirenti, che cercando prodotti freschi si sarebbero trovati invece con pesce ammalorato, venduto da commercianti abusivi che lo avrebbero immesso illegalmente sul mercato del "Mazzame", tradizionalmente viene svolto dai pescatori lungo la banchina.
La Guardia Costiera ricorda ai cittadini che la vendita al dettaglio del pesce (dal produttore al consumatore), viene svolta al rientro della flotta peschereccia dai pescatori professionali che, con osservanza alla normativa nazionale e comunitaria, vendono regolarmente al dettaglio il cosiddetto "Mazzame".
L'attività, che si è conclusa con l'elevazione delle previste sanzioni amministrative e la distruzione dell'intero prodotto ittico, si inserisce nell'ambito dei controlli svolti sulla filiera della pesca, finalizzati alla tutela del consumatore finale, della risorsa ittica e dei lavoratori onesti del settore che svolgono quotidianamente l'attività, in regola con la normativa vigente.