Giuseppe Molinaro, il cinquantaseienne di Teano accusato di aver ucciso il direttore dell'albergo Nuova Suio, Giovanni Fidaleo, sessantaseienne di San Giorgio a Liri e di aver ferito la trentenne Miriam Mignano di Castelforte, resta in carcere. Ieri i giudici della prima sezione della Corte Suprema di Cassazione di Roma, hanno respinto la richiesta di arresti domiciliari, presentata dall'avvocato Paolo Maria Di Napoli.
Non sono state giudicate valide le considerazioni della difesa, che, tra l'altro, aveva chiesto la scarcerazione, proponendo una località in provincia di Campobasso dove il Molinaro poteva restare ai domiciliari, con l'applicazione anche del braccialetto elettronico. L'avvocato Di Napoli ora attende le motivazioni, che saranno rese note nei prossimi mesi. Dunque l'ex carabiniere che per anni ha prestato servizio a Castelforte e poi a Carinola, rimane nella cella del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove si trova dal sette marzo scorso, dopo il tragico episodio avvenuto all'esterno dell'albergo Nuova Suio. Soltanto per qualche giorno l'uomo ha lasciato la struttura carceraria, ma solo per sottoporsi ad un piccolo intervento chirurgico.
Come si ricorderà la difesa, dopo aver ricevuto il parere negativo sulla richiesta di una misura meno afflittiva dal Gip del Tribunale di Cassino, si era rivolta al Tribunale del Riesame di Roma. Anche quest'ultimo organo ha respinto la richiesta, confermando così la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere. Ieri c'è stata la terza decisione negativa da parte dei magistrati della Suprema Corte. Cadono quindi tutte le speranze di Giuseppe Molinaro di vedersi revocato lo stato detentivo in carcere. E proprio da recluso che l'omicida affronterà il processo che si terrà presso il Tribunale di Cassino. Qui si conosceranno le strategie difensive, soprattutto della difesa di Molinaro, che, non è un segreto, punta a vedersi riconoscere l'incapacità di intendere e volere dell'uomo, attualmente seguito dallo psichiatra Luca Bartoli, il quale ha incontrato già diverse volte l'indagato.
La sua consulenza, probabilmente, sarà una delle armi che la difesa di Molinaro utilizzerà nel corso del processo, che lo vede imputato dell'omicidio di Giovanni Fidaleo, ucciso con quattro colpi d'arma da fuoco, e del ferimento di Miriam Mignano, raggiunta da due proiettili, che fortunatamente non si sono rivelati letali, grazie anche alle cure dei medici del Policlinico Gemelli, dove è stata ricoverata per diverso tempo.