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Droga in auto, invece era un bidone. Le analisi: non è una sostanza psicotropa

Un mese fa l'arresto del trentenne. Nel bagagliaio quasi cinque chili di quello che doveva essere un carico di hashish, ieri il gip ha autorizzato la scarcerazione

Droga in auto, invece era un bidone. Le analisi: non è una sostanza psicotropa

Forse è stato un errore di valutazione o forse era un bidone la droga rifilata ad un giovane di Minturno perché la trasportasse da Cassino al Golfo. Sta di fatto che a un mese dall'arresto le analisi sulla sostanza ritrovata nella sua auto hanno escluso che si trattasse di sostanza stupefacente. Ieri il ragazzo è stato scarcerato. Era stato arrestato, appunto, il 12 settembre 2023 dai carabinieri di Cassino nel corso di un servizio di controllo sul territorio, con particolare riferimento al contrasto dello spaccio ed all'uso illegale di sostanze stupefacenti. La verifica è avvenuta ad un posto di blocco nei pressi del casello dell'autostrada A1. Un ragazzo di 33 anni di Minturno è stato fermato a bordo di un'autovettura e in seguito ad una perquisizione fu rinvenuta una busta contenente circa cinque chili di sostanza stupefacente, apparentemente hashish stando a quanto riportato nel verbale. Per questo motivo era scattata la misura cautelare dell'arresto e il trasferimento presso il carcere di Cassino, convalidato dal gip all'esito dell'interrogatorio di garanzia cui prese parte il legale di fifucia dell'indagato, l'avvocato Mauro Improta. Quest'ultimo però, sin dalla prima comparizione dinanzi al magistrato, aveva insistito affinché si procedesse ad un esame approfondito circa la sostanza, proprio al fine di verificare il principio attivo del materiale sottoposto a sequestro e per consentire di acclarare con esattezza di cosa si trattasse.

n seguito agli esami di laboratori effettuati dal consulente della Procura di Cassino si è scoperto che la sostanza sequestrata non era né hashish, né altra sostanza psicotropa. In seguito al deposito delle analisi ieri il giudice delle indagini preliminari Massimo Lo Mastro ha accolto l'istanza di remissione in libertà del giovane di Minturno poiché è stato appunto accertato che i principi attivi rinvenuti non potevano far classificare uil materiale come droga ed è così caduta l'accusa di detenzione al fine di spaccio che vista l'ingente quantità prevedeva, appunto, il carcere. Non è stato chiarito dove né per conto di chi il giovane trasportasse quella busta.

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