31.10.2023 - 10:30
Questa indagine non è frutto di ispezioni spontanee, né di denunce politiche sui gap della rete di assistenza ai richiedenti asilo. No, essa nasce da un lavoratore sfruttato, un operatore di origini africane immigrato in provincia di Latina un po' di anni fa, impiegato dalla cooperativa Karibù in un centro di accoglienza di Roccagorga. Ad aprile 2022 è lui che bussa allo sportello della Uiltucs di Latina e parla con il segretario, Gianfranco Cartisano, raccontadogli «semplicemente» che non riceveva lo stipendio da 12 mesi ed era entrato ormai nel tredicesimo. «Quel lavoratore mi disse subito che gli sembrava tutto molto strano poiché la Karibù aveva molti contratti in essere ed era titolare di diversi servizi. - racconta oggi Cartisano - Lui faceva il mediatore nell'ambito di un progetto di contrasto al caporalato in agricoltura e anche questo elemento mi parve paradossale. Cominciammo a ragionare sulla convocazione dell'azienda davanti all'Ispettorato. Poi nel giro di una settimana, fummo contattati da altri quattro lavoratori del consorzio Aid e pure loro erano senza stipendio da un anno. In quel momento abbiamo avuto il sentore che la rete dell'assistenza ai migranti da parte di quella cooperativa appariva perlomeno anomala».
Tra aprile e luglio 2022 la Uiltucs ha raccolto decine di altre denunce per omessa retribuzione e tuttavia restò una delle molte vicende di sfruttamento del lavoro, di abusi, di ritardi che si verificano in provincia. Ci vorrà un elemento folclorico, sentimentale, per smuovere le acque: a metà ottobre 2022 emerge il legame familiare tra Liliane Murekatete e il parlamentare Aboubakar Soumahoro, leader della lotta contro lo sfruttamento dei braccianti agricoli. «Gli arresti, la svolta nelle indagini, il commissariamento delle imprese sono tutti passi molto importanti, - dice ancora il segretario della Uiltucs - ma non si può soprassedere su un elemento contraddittorio: questi lavoratori non hanno ancora ricevuto quanto spetta loro per i servizi prestati. E siamo a diciotto mesi dai fatti e a quasi tre anni da quando si sono avuti i primi ritardi nel pagamento degli stipendi. In questa storia sono stati utilizzati 62 milioni di euro di fondi pubblici e i lavoratori non sono stati pagati. Sanare le loro spettanza è una questione di giustizia equivalente, se non prevalente, rispetto a tutto il resto».
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