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Dentro l'ordinanza

Karibu, i trucchi per non perdere i fondi pubblici

Emerse una serie di criticità durante i controlli. Il gip: «Le rassicurazioni del management di Karibu erano solo stratagemmi»

Karibu,  i trucchi  per non perdere  i fondi pubblici

Esattamente un anno fa spunta una traccia di quello che sta per accadere nel mondo Karibu. Tempo un mese e il gip Giuseppe Molfese emetterà i provvedimenti per l'inchiesta sull'evasione fiscale. Ma in quei giorni - a rileggere le carte dell'ordinanza di custodia cautelare notificata lunedì - sembra che dentro la coop ci sia uno strano fermento.

Il giudice del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese nel provvedimento restrittivo notificato il 30 ottobre scorso, sottolinea diversi punti. Il primo: «c'è è la volontà di eludere le indagini». E aggiunge: «Emergono profili sufficientemente idonei per inquadrare gli indagati come soggetti effettivamente capaci di impedire l'acquisizione o le genuinità della prova. Non hanno esitato a disfarsi della documentazione anche contabile della cooperativa Karibu». Agli atti dello scandalo finisce un verbale di accertamenti urgenti e rinvenimento dei Carabinieri di Sezze che risale proprio a un anno fa: al 2 novembre del 2022. «Gli operanti intervenuti accertavano che nei giorni antecedenti era stata rinvenuta altra documentazione della stessa specie finita poi nel centro di raccolta differenziata».

Questa premessa investigativa secondo il gip è doverosa per motivare le esigenze cautelari nei confronti della moglie e della suocera del parlamentare Aboubakar Soumahoro. Gli importi dei fondi pubblici che la Karibu ha ricevuto dalla Prefettura di Latina, da diversi comuni della provincia di Latina, dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio, sono imponenti. Nel 2017 il totale ammonta a quasi 7 milioni di euro, un anno dopo sono quasi 10 milioni di euro. Anche nel 2019 arriva una pioggia di milioni di euro. Gli accertamenti delle ispezioni della Prefettura di Latina nei centri e le dichiarazioni dei testimoni, hanno permesso di arrivare ad un punto nevralgico. Sono stati riscontrati gravi inadempimenti alle condizioni imposte dalle convenzioni. «Il risultato finale è lesivo dei diritti fondamentali dei soggetti ospitati. Le condotte risultano volontarie e mirate ad un risparmio di spesa e successiva distrazione dei fondi pubblici percepiti», ha osservato il gip. Gli inquirenti sottolineano che vi è una malafede contrattuale del management delle cooperative. «Ha reiterato le violazioni offrendo espedienti strumentali per evitare la sospensione dei fondi pubblici». E così è emerso che quando gli ispettori hanno rilevato delle gravi carenze le risposte erano sempre uguali: «promesse sostanzialmente inevase». La mappa delle criticità attraversa mezza provincia: Cas di Aprilia (via Lipari), Latina (Hotel De la Ville Central), Maenza (Casal de Lupi) gestiti dalla Karibu e quelle dei Cas di Latina gestiti dal Consorzio Aid.

Emblematico il caso di Aprilia in occasione di un'ispezione del 7 dicembre del 2017 quando gli ispettori dopo un sopralluogo annotano diverse carenze. E così due mesi dopo invece che migliorare - come osserva il gip nell'ordinanza - la situazione peggiora. «A conferma che le rassicurazioni del management di Karibu erano solo stratagemmi». Stesso discorso per i Cas di Latina e Maenza gestiti da Karibu. A distanza di quattro e sei mesi non è cambiato niente. E' un quadro allarmante di distrazioni patrimoniali idonee a svuotare la Karibu - è riportato nelle carte dell'inchiesta - (anche tramite la Jumbo Africa, soggetto giuridico fittizio) e portarla allo stato di insolvenza dichiarato dal Tribunale di Latina: la sentenza è stata emessa il 23 maggio scorso. Nel prospetto relativo alle spese c'è una altra voce non trascurabile: i bonifici verso l'estero per un importo di 472mila euro spalmati in cinque anni: dal 2017 al 2022. E infine è degno di nota l'utilizzo di carte di credito e prepagate. Gli importi passano dai 208mila euro del 2021 ai 2177 euro del 2021.

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