Il fatto
09.11.2023 - 09:00
Alcune opere non sono mai esistite, altre erano state realizzate solo in minima parte: è nata così la super truffa scoperta la Guardia di Finanza di Formia, che ieri mattina ha sequestrato oltre mezzo milione di euro pari ai crediti d'imposta inesistenti, vantati per l'esecuzione di lavori di riqualificazione e/o efficientamento energetico di fatto mai eseguiti, ovvero realizzati in minima parte, nonché privi della documentazione necessaria che consentisse l'effettiva maturazione dell'agevolazione fiscale. Per ricostruire quanto avvenuto e chiedere l'applicazione del sequestro alla Procura di Cassino, gli uomini del colonnello Luigi Galluccio, hanno eseguito una complessa attività di polizia economia-finanziaria nell'ambito del «contrasto all'utilizzo distorto delle misure agevolative introdotte dalla legislazione emergenziale, sotto forma di crediti d'imposta e di detrazioni fiscali cedibili a terzi».
E' quanto, formalmente, aveva fatto C.C. un imprenditore di 53 anni, originario della Puglia e da tempo trasferitosi a Formia, dove ha avviato un'azienda edile con sede nella frazione di Gianola. All'esito delle verifiche della Finanza deve rispondere di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. A confermare che i lavori dichiarati ai fini dell'ottenimento del bonus sono stati i proprietari degli immobili che risultavano oggetto della ristrutturazione con miglioramento energetico. Nessuno sapeva nulla, né aveva mai visto in giro operai della ditta di costruzioni che risultava, invece, beneficiaria del bonus per la ristrutturazione di quegli stessi immobili. Al sequesro di ieri si arriva all'esito di una verifica fiscale intrapresa dal Gruppo di Formia nei confronti dell'impresa edile locale e da cui sono emersi numerosi indici di rischio in relazione ai crediti d'imposta maturati a fronte degli interventi di riqualificazione edilizia ed efficientamento energetico previsti dal decreto legge numero 34/2020.
E' risultato che la società ha dichiarato al Fisco la spettanza di circa 560.392,00 euro di crediti d'imposta inesistenti, a fronte dell'esecuzione di lavori di riqualificazione e/o efficientamento energetico di fatto mai eseguiti. Il credito era stato incassato quasi del tutto, grazie alla cessione ad un istituto bancario, con una somma percepita pari a 450mila euro. Sulla base dell'informativa della Finanza la Procura di Cassino ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro delle somme e la possibilità di congelare le somme incassate dalla ditta. Solo che i 450mila euro ottenuti con lo sconto del credito sono già del tutto spariti e in banca a nome del costruttore, socio e amministratore unico dell'impresa edile, sono rimasti appena 25mila euro che è tutto ciò che il Fisco può recuperare dei soldi effettivamente concessi quale bonus per la ristrutturazione edilizia mai effettuata. Si tratta di una storia, l'ultima di una lunga serie, che testimonia l'effetto perverso che sta prodcendo la legge per le ristrutturazioni edilie, nata tre anni fa con le migliori intenzioni.
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